di Stefano Pezzola
Fortune è una rivista economica americana con sede a New York.
È pubblicato da Fortune Media Group Holdings, di proprietà dell’uomo d’affari thailandese Chatchaval Jiaravanon ed è stata fondata da Henry Luce nel 1929.
La rivista compete in termine di vendite con Forbes e Bloomberg Businessweek e si distingue per articoli lunghi e molto approfonditi.
Il 6 ottobre 2022 a firma Gordon Kelly ha pubblicato un articolo dal titolo “Ictus, infarti, morti improvvise: l’America comprende i rischi a lungo termine di contrarre il COVID?“.
Al seguente link è possibile visualizzare l’interessante articolo in versione integrale:
https://fortune.com/2022/10/06/strokes-heart-attacks-sudden-death-america-long-term-risks-catching-covid-carolyn-barber/
Il giornalista afferma che un ampio studio internazionale che ha coinvolto 136 istituti di ricerca in 32 paesi ha documentato un aumento dell’incidenza di ictus ischemico nei pazienti giovani rispetto ai livelli pre-pandemia.
Più di un terzo aveva meno di 55 anni e molti non presentavano fattori di rischio tipici come il fumo, il diabete e l’ipertensione.
Al seguente link il citato studio:
https://www.israel21c.org/new-study-links-covid-19-to-strokes-in-younger-patients/
In uno studio che ha incluso pazienti dell’ondata iniziale della pandemia, gli scienziati dell’Università della Florida hanno scoperto che i guariti dal COVID-19 in forma grave avevano due volte e mezzo il rischio di morire nell’anno successivo alla malattia rispetto alle persone che non sono mai state infettate.
Da notare che quasi l’80% dei decessi non era dovuto a complicazioni tipiche del COVID come distress respiratorio acuto o cause cardiache.
Al seguente link il citato studio:
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmed.2021.778434/full
“I risultati suggeriscono che esiste un grave impatto del COVID-19 nel lungo periodo oltre alla sofferenza del ricovero iniziale“, afferma Arch Mainous, uno degli autori dello studio.
In uno studio che ha coinvolto oltre 30.000 pazienti vaccinati che hanno comunque contratto il Covid-19, gli scienziati hanno scoperto che sei mesi dopo hanno subito un rischio più elevato di morte e sintomi debilitanti che hanno coinvolto più organi (polmoni, cuore, rene, cervello e altri).
Al seguente link il citato studio:
https://www.nature.com/articles/s41591-022-01840-0
Anche i più in forma non sono immuni.
I ricercatori hanno notato un preoccupante aumento delle morti per problemi cardiaci improvvisi negli atleti sulla scia della pandemia, a causa probabilmente di complicazioni cardiache legate al COVID: miocardite e pericardite.
In uno studio peer-reviewed, Ziyad Al-Aly della Washington University School of Medicine e il suo team hanno analizzato le cartelle cliniche di 38.000 persone vaccinate con reinfezioni COVID-19.
Rispetto agli individui con una singola infezione, i ricercatori hanno scoperto che questi individui reinfettati hanno maggiori rischi di mortalità, ospedalizzazione e esiti avversi per la salute in più organi.
Al seguente link il citato studio:
https://www.researchsquare.com/article/rs-1749502/v1
Uno studio su oltre 150.000 guariti dal COVID-19 pubblicata su Nature Medicine ha rilevato che le persone con coronavirus sono ad aumentato rischio di sviluppare malattie neurologiche, tra cui ictus, problemi cognitivi e di memoria, convulsioni, disturbi del movimento e molti altri problemi, nel primo anno dopo l’infezione.
I rischi di sviluppare queste complicanze a lungo termine sono evidenti anche nelle persone che non richiedono il ricovero in ospedale durante la loro infezione iniziale.
Al seguente link il citato studio:
https://www.nature.com/articles/s41591-022-02001-z
I ricercatori ritengono che l’infezione da COVID-19 induca uno stato protrombotico e proinfiammatorio, che può aumentare il rischio di coaguli di sangue.
In uno studio di coorte su 48 milioni di adulti in Inghilterra e Galles appena pubblicato, il COVID-19 è stato collegato a un drammatico aumento sia dei coaguli arteriosi (questi causano ictus e infarti) che del tromboembolismo venoso (questi sono coaguli di sangue nei polmoni e nelle gambe, tra gli altri luoghi).
Al seguente link il citato studio:
https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIRCULATIONAHA.122.060785
“Abbiamo ancora molto da capire sul Long Covid, in particolare nella popolazione vaccinata” afferma il dr. Ziyad Al-Aly, direttore del Clinical Epidemiology Center, che stima che dall’8% al 12% delle persone vaccinate con reinfezioni possa morire a causa del long Covid.
In tutto il mondo, si stima che 145 milioni persone possano soffrire di questi sintomi con casi aumentati di oltre il 300% rispetto al 2021.
Tutta la stampa mondiale – finalmente aggiungo io – si sta interrogando sul picco di problemi cardiaci e malattia anomale (morti da malori improvvisi) che stanno colpendo negli ultimi mesi anche i più giovani e gli sportivi.
Due a questo punto le ipotesi: il vaccino oppure il long covid.
Ma nel caso la causa fosse il long covid si tratterebbe comunque del piu’ grande fallimento vaccinale della storia dell’umanità.
L’America ha bisogno di svegliarsi, ora.
Tutto il mondo ha bisogno di risvegliarsi da questa ipnosi si massa.
Un recente sondaggio della Kaiser Family Foundation mostra che due terzi degli adulti statunitensi non ha intenzione di ricevere ulteriori dosi di farmaci/vaccini mRNA contro il Covid-19.
All’orizzonte gli studiosi intravedono infezioni nuove e varianti che eluderanno il sistema immunitario soprattutto dei vaccinati.
Siamo stanchi di mascherine, vaccini sperimentali, green pass e terapia del terrore chiamata Covid-19.
Occorrono risposte chiare, univoche e scientifiche.
Risposte di carattere sanitario vero che si chiamano cure e prevenzione, e non di una stucchevole politica sanitaria fallimentare agli occhi di gran parte della popolazione.