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Il PNRR, il Casentino e gli ITS: le riflessioni del Movimento Arturo, Circolo Bibbiena e Poppi

“A livello nazionale si parla tanto dei miliardi del PNRR che stanno arrivando e di transizione ecologica. C’è ovunque un fiorire di idee e progetti. Qui da noi sembra regnare il silenzio. A meno che non si lavori di nascosto e all’insaputa di tutti. Proviamo allora a lanciare qualche idea e qualche appello ai nostri sindaci”. Inizia così una nota di Giorgio Renzi e Luca Tafi, del Movimento Arturo, Circolo Bibbiena e Poppi.
Nel PNRR sono destinati diversi milioni al sistema di istruzione e formazione. Per la precisione il Governo ha destinato nel PNRR agli ITS Academy, così ora ribattezzati, un miliardo di euro in 5 anni.
Già tempo fa avevamo lamentato il silenzio delle nostre amministrazioni nel momento in cui furono istituiti gli ITS. In provincia di Arezzo siamo l’unica zona in cui non ne è stato previsto nessuno. Eppure abbiamo una lunga ed onorevole tradizione di istruzione tecnica superiore, assicurata da decenni dall’ITIS (ora ISIS) E. Fermi di Bibbiena, grazie al quale sono sorte nella nostra zona importanti imprese innovative, in particolare nel settore dell’elettronica e dell’informatica-. (basta citare La Borri, la CEG., Aruba ecc.), senza trascurare il settore del prefabbricato.
Ad oggi è dimostrato che gli alunni usciti dagli ITS hanno trovato subito lavoro per più dell’80%.Considerata la nostra cronica disoccupazione giovanile, questo dato non sarebbe da trascurare!
Anche perché gli ITS sono attuati in stretto rapporto con le imprese e tenendo conto delle loro esigenze di risorse professionali. E’ su tutta la stampa nazionale il lamento delle aziende perché non trovano tutta una serie di professionalità.
Nell’ambito, poi, della transizione ecologica si parla molto, per esempio, dell’auto elettrica. Ma se andate ad acquistarla vi diranno che se ne riparlerà tra mesi, perché mancano i microchip che dovrebbero arrivare dalla Cina o da Taiwan o dalla Corea ecc. (lo stesso problema si pone per molti tipi di schede elettroniche, comprese quelle per gli ascensori). Triste conseguenza della mondializzazione dell’economia e dell’aver delegato ad altri tutta una serie di produzioni indispensabili per il nostro sistema produttivo e per la nostra vita quotidiana.
Si dirà: cosa c’entra tutto questo con il Casentino e con gli ITS?
Intanto gli ITS, per chi non sapesse cosa sono, usando un linguaggio approssimativo, potremmo definirli una specie di laurea breve professionalizzante. Si tratta di un biennio post diploma i cui contenuti possono essere definiti in accordo con le imprese e con le loro esigenze di nuove professionalità.
E perché il Casentino, che nel passato è stato all’avanguardia nei settori delle tecniche innovative, non piò essere di nuovo protagonista? Perché non deve chiedere e pretendere la istituzione di un ITS, accanto al suo storico Istituto tecnico di Bibbiena, proprio nei settori dell’elettronica e dell’informatica (ma su possono ipotizzare anche alti settori)?
Almeno proviamoci, per non fare morire questa vallata, per dare ai nostri giovani prospettive di lavoro e diventare di nuovo protagonisti nel settore dell’innovazione tecnologica, dell’I.C.T.
L’On. Toccafondi, relatore del programma in parlamento, ha dichiarato nei giorni scorsi: “I percorsi post diploma non universitari, ITS  funzionano e aiutano, sia il sistema produttivo italiano, sia tanti ragazzi che trovano lavoro, un lavoro coerente con il titolo di studio. 109 fondazioni attive, distribuite in tutte le regioni italiani, 713 percorsi attivi, 18.273 studenti iscritti, 2.898 imprese partner. L’80% dei diplomati trova lavoro e per oltre il 90% è coerente con il percorso di studi”,
Perché il Casentino deve rimanere fuori da questa prospettiva?”
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