di Andrea Giustini
Sarà Riccardo Framboas, in arte Frambo, ad animare con la sua musica la terza “seduta” di “Un Consiglio Musicale”, ciclo di quattro concerti acustici nella prestigiosa Sala del Consiglio Comunale, a Palazzo dei Priori, ideato dai consiglieri Roberto Bardelli e Ilaria Pugi, e organizzato da Luca Stella, Presidente del Consiglio Comunale.
Come Novella e Zalex, le artiste protagoniste della “seconda seduta” lo scorso 17 novembre, anche Frambo è giovanissimo. Classe 2002, ha appena 20 anni. Eppure ha le idee chiare sul versante artistico, e tanta musica in cantiere.
Ha iniziato a muovere i primi passi dell’attuale progetto musicale nel 2019, scrivendo alcuni testi dei brani che poi, nel 2020, sono stati pubblicati nel primo EP, con l’etichetta Clinica Dischi: “Routine”. “Guerra”, il primo brano ufficialmente uscito di Frambo, è attualmente anche il più ascoltato sulle piattaforme online. Su Spotify ha superato le 700 mila riproduzioni mentre su Youtube si aggira attorno alle 40.000. All’attivo, fra EP e singoli, l’artista ha una decina di canzoni.
Com’è nata la passione per la musica e il desiderio di scrivere?
«In realtà non saprei dire quando è nata: mi è sempre piaciuta la musica, so questo. Da piccolo ero veramente fissato. Sicuramente un forte input però mi è stato dato dalla mia famiglia, perché in un certo senso la musica ce l’ho nel sangue. Mio padre fa il dj da quando aveva anche meno della mia età, è noto col nome di Gianni Luna, e poi mio zio, Valerio Zeli, è cantautore. Dentro di me sapevo di voler fare anche io il cantautore e piano piano il mio è diventato desiderio di farlo a tutti i costi».
Di che genere è la musica di Frambo?
«Direi pop. Nei miei pezzi ci sono accenni anche ad altri tipi di musica, ad esempio elettronica, però nel complesso è pop».
E come la descriveresti?
«Direi sconclusionata, intima e colorata. E anche “saltellante”. Sconclusionata perché i miei pezzi escono tutti spontaneamente, di getto. Intima perché, bé, non ha bisogno di molte spiegazioni. Non riesco a scrivere fuori da camera mia, letteralmente: ho bisogno di stare in completa solitudine per farlo. I miei pezzi poi parlano del mio vissuto, per questo direi “intima”: me li sento come intimamente sulla pelle.
«Sento la musica che faccio come colorata in un certo senso: non immagino i miei brani come monocromatici, o bianco e nero per intendersi. Li sento vivaci, pieni di sfumature. Infine “saltellante”: come aggettivo mi è venuto in mente pensando a “Guerra” ad esempio: molte mie canzoni sono allegre, “prese bene”. Almeno a livello di prod».
Sorprese in vista per il Consiglio Musicale di giovedì sera?
«Direi di sì. Intanto in genere sul palco canto solamente, ma per questa occasione non sarò da solo: Alberto Nepi, dei MAESTRO, mi accompagnerà al piano. Inoltre sto lavorando da un po’ a qualcosa di più lungo di un EP: il repertorio del Consiglio Musicale di questo giovedì sarà quindi tutto inedito: proporrò quattro nuovi brani».