Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2017, Kazuo Ishiguro è uno scrittore giapponese naturalizzato britannico, nato a Nagasaki nel 1954 e trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960.
Tutti i suoi romanzi sono tradotti in Italia da Einaudi.
Da Quel che resta del giorno è stato tratto un celebre film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
Sua è anche la raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo.
Klara e il sole pubblicato nel 2022 da Einaudi con la traduzione di Susanna Basso è un romanzo su una macchina narrato da una macchina.
Klara è costruita per osservare e capire gli esseri umani, e queste azioni sono così vicine all’empatia che possono equivalere alla stessa cosa.
Klara è una amica artificiale, che viene comprata come compagna per la 14enne Josie, una ragazza affetta da una misteriosa, forse terminale malattia.
Klara è leale e piena di gentilezza, è in grado di assorbire le difficoltà e restituire le cure.
Il suo ruolo, come lei stessa lo descrive, è quello di prevenire la solitudine e di servire.
Il lettore è portato ad amare Klara nel modo in cui ama ciò che è buono e leale.
La ama nel modo in cui ha amato il suo orsacchiotto d’infanzia, forse, o anche nel modo in cui ha amato un personaggio immaginario.
Perché anche il personaggio immaginario più bizzarro è anche una specie di amico animato.
Klara and the Sun cattura esattamente per questa intensità – non a causa del modo in cui il lettore crede in Klara, ma dal modo in cui inizia a credere nel sole.
Una narrazione ed un linguaggio che fa sorridere e piangere purché ci crediamo.
Il romanzo è ambientato in un futuro speculativo che sembra molto simile al presente.
Il progresso tecnologico ha cambiato la percezione delle persone su ciò che significa essere umani.
Klara viene spostata nella vetrina di un negozio in città per attirare i clienti, parla con toni gentili di ciò che vede fuori.
Klara è impacciata.
È anche stata costruito con un talento particolare perché è in grado di cogliere le tensioni emotive.
Per strada, un uomo e una donna si incontrano, forse per la prima volta dopo molti anni, e si abbracciano così forte che Klara si chiede se siano più spaventati che felici.
In momenti speciali spesso le persone sentono dolore insieme alla loro felicità.
Ha già incontrato Josie, la ragazza di cui desidera immediatamente diventare amica, ma Josie non è tornata per acquistarla.
Klara deve aspettare, cosa che fa con grande pazienza.
Ishiguro è molto interessato ad indagare la solitudine e l’attesa che nel romanzo coincidono quasi con la stessa cosa.
Allontanamenti e ricongiungimenti attraversano tutto il libro.
Josie si riconcilia con il suo vecchio amico Rick, incontra suo padre separato e la madre di Rick entra in contatto con un vecchio fidanzato, Vance.
Ishiguro pare sussurrarci che la promessa che coloro che aspettano sono sempre premiati, e talvolta lo sono.
Altre volte la realtà invece è deludente o addirittura brutale, ma vincere o perdere, la speranza diventa sempre un valore in sé.
La speranza, di fronte alla malattia e alla possibile morte, è ciò che Klara sa coltivare meglio.
Anche il lettore deve imparare ad aspettare.
Cosa c’è di sbagliato nel mondo fuori dalla vetrina del negozio di Klara?
Perché i bambini che vede sono così magri?
Perché il mendicante sembra morto insieme al suo cane e poi di nuovo vivo?
Cosa accadrà quando gli esseri umani si renderanno conto che la nuova serie aggiornata di robot è capace di ingannare?
Se stai aspettando una grande rivelazione fantascientifica su questo mondo futuro, allora stai leggendo il libro sbagliato.
Non c’è spazio per la narrazione rivelatrice di una cospirazione delle macchine contro gli uomini.
E’ un tema che non interessa all’autore.
Lentamente la percezione del mondo si distacca dal punto di vista di Klara ed iniziamo a provare compassione.
Il romanzo richiede al lettore di mettersi comodo, leggere con lentezza facendosi rapire da una sorta di messaggio filosofico che prende spazio pagina dopo pagina.
Klara and the Sun è infatti un libro su cosa significhi essere umani.
Klara funziona ad energia solare ed è preoccupata quando il cielo diventa grigio.
Il bisogno di Klara per il sole è così prossimo ad un’emozione da non fare alcuna differenza.
“Il sole è bontà” dice “fornisce nutrimento speciale“.
A sceglierla alla è appunto la quattordicenne Josie che fin dalla sua prima visita al negozio Klara sente di appartenerle, per sempre.
Josie è una ragazzina vivace e sensibile, ma afflitta da un male oscuro che minaccia di compromettere le sue prospettive future.
E quando la malattia di Josie colpisce piú duramente, Klara sa che cosa fare: deve trovare colui da cui ogni nutrimento discende e intercedere per la sua protetta, anche a costo di qualche sacrificio; deve impegnarcisi anima e corpo, come se anima e corpo avesse.
Quando Klara guarda il cielo la luce può essere color grigio o ardesia, ma quando Josie è malata, si rivolge al colore “del suo vomito o delle sue feci pallide”.
Klara sembra quasi trarre conforto da quella che potrebbe essere chiamata una psicologia. Questo alla fine produce un senso spirituale, quando inizia a preoccupare ed occuparsi per la salute di Josie, o quando decide di fare un sacrificio, al fine di rendere Josie migliore.
Klara inizia a pregare.
L’ingenuità di Klara è il motore del libro e la sua grande forza, ma potremmo chiederci perché gli umani sembrano sapere così poco ed essere così fiduciosi. Quando Klara chiede aiuto nel compito che si è prefissata per salvare Josie, nessuno la rifiuta.
“Non vedo come questo aiuti Josie” dice Rick “ma se dici che lo farà, allora ovviamente ti aiuterò“.
Questa stessa dichiarazione è ripetuta dal padre di Josie, anche se le sue motivazioni sono meno chiare.
Ci sono domande che il lettore è sollecitato a porsi.
Klara vuole sapere cosa sta succedendo nel resto del mondo e anche cosa sta succedendo accanto a lei.
Altre domande rimangono dopo che il romanzo è finito.
C’è qualcosa di così bello nel modo in cui Klara si avvicina sempre alla connessione con gli altri.
Ho amato questo libro perché mette in scena il modo in cui impariamo ad amare.
Klara e il Sole è un racconto di come una bambina decida, solo per un po’, di amare la propria bambola artificiale.
I bambini conoscono bene l’amore semplice e genuino?
La risposta, ovviamente, è si.
Kazuo Ishiguro regala una storia delicata e coinvolgente.
Un romanzo delicato e malinconico.
Klara è stata creata dall’uomo.
I campi visivi appaiono in quadrati e pannelli, in modo che il lettore possa immaginare attraverso i suoi occhi immagini elaborate e bitmap, risolvendosi nel modo in cui un’immagine ad alta definizione si risolve su uno schermo, ma con un focus mutevole che sembra legato alla sua interpretazione degli eventi e dell’ambiente che la circonda.
Vedere il mondo dal punto di vista di Klara significa ricordare costantemente come appare quando mediato attraverso la tecnologia.
Klara rappresenta sia l’incarnazione del server disumanizzato che il suo opposto.
Da un lato, è una cosa, un elettrodomestico.
D’altra parte, Klara non trascura nulla, sente tutto.
I suoi pensieri sono sia trasparenti che oscuri.
Non è progettata per esprimere un giudizio sugli umani.
Un romanzo che non si sforza di essere misterioso o rivelatore.
Pagine che aspirano all’incanto, o per dirla in altro modo al ripristino della magia in un mondo disincantato.
Ishiguro drappeggia il realismo come un panno sottile su un cosmo primordiale.
Ogni tanto, la stoffa scivola, rivelando gli antichi dei, le terribili bestie, le forze bellicose della luce e dell’oscurità.
In Klara and the Sun, Ishiguro lascia sospeso il lettore su una spaccatura nell’ordine delle cose. Di chi è la coscienza limitata, la nostra o quella di una macchina?
Di chi è il vero l’amore?
Se mai daremo ai robot il potere di sentire la bellezza e l’angoscia del mondo in cui li portiamo, ci uccideranno per questo o ci condurranno verso la luce?
Ma questa, tengo a ribadirlo, non è una storia in cui un robot “si rivolge contro il suo creatore senza altro scopo se non quello di dimostrare, per un altro tempo stanco, il crimine e la punizione di Faust“, come Isaac Asimov ha scritto.
Klara è determinata a salvare, non a sostituire, Josie.
Klara ha sviluppato una forma di devota adorazione del sole, e crede che facendo le giuste offerte al sole, potrebbe essere in grado di guarire Josie.
Ishiguro non cade mai nel sentimentalismo.
Suggerisce e fa percepire al lettore un mondo radicalmente trasformato ma decide di non approfondire le caratteristiche distopiche di un’epoca non troppo lontana.