di Stefano Pezzola
In data 30 maggio 2023 un avviso sul sito del Comune di Arezzo segnalava l’attivazione della nostra città del nuovo servizio di monopattini elettrici in sharing, gestito dalla società Tier Mobility.
https://www.comune.arezzo.it/monopattini-elettrici-condivisi
“Una novità – ha dichiarato in conferenza stampa l’Assessore Alessandro Casi – funzionale al modello di città ecologica e smart. Grazie ai gps montati su ciascuno saremo in grado di vedere quali sono i percorsi maggiormente utilizzati e dunque capire come intervenire ulteriormente per incentivare la sostenibilità“.
Per mettere in funzione il monopattino occorre scaricare l’applicazione IOS o Android, registrarsi e indicare la modalità con la quale si effettueranno i pagamenti.
Le tariffe prevedono il pagamento di un euro per lo sblocco del monopattino, e successivamente 25 centesimi al minuto che significa 15 euro all’ora.
I limiti di velocità sono di 6 chilometri orari per le zone pedonali, 12 nella porzione di centro storico ad alta densità pedonale e 20 nel resto della città.
L’Assessore Casi ha tenuto a precisare che il primo periodo di noleggio sarebbe stato una sorta di sperimentazione durante la quale si sarebbe lavorato all’allestimento delle aree di parcheggio e alla correzione degli eventuali errori.
Non entro in merito della decisione dell’Assessore, ma una domanda in tutta sincerità credo opportuno farmela.
Ma c’era davvero bisogno dei monopattini elettrici ad Arezzo?
Ho il timore che questa cosa dei monopattini che sta catalizzando il dibattito sulla mobilità sostenibile anche nella nostra città finirà come la corazzata Potemkin nel film “Il secondo tragico Fantozzi” ovvero “una cagata pazzesca!”.
Ma un Assessore moderno così come un sindaco cool debbono oggi per forza affermare che lo usano i giovani e debbono provare a rincorrere le aspettative di questi giovani.
Vero.
Altresì se pedalassero su una bicicletta o camminassero a piedi magari i giovani eviterebbero l’obesità, smaltirebbero le apericene e risparmierebbero i soldi nella palestra.
Ma soprattutto eviterebbero di essere un rischio per coloro che in tutta tranquillità passeggiano sui marciapiedi, in special modo gli anziani.
I monopattini elettrici hanno una qualche funzione per muovere quelli che vivono ai margini delle città?
Assolutamente no.
E’ il centro del centro che si muove in monopattino e già questo fa sorridere.
I monopattini elettrici rappresentano una soluzione green e nuova sfida ambientale?
La risposta sta tutta nella durata di “vita” di un monopattino elettrico che va da 12 a 24 mesi al massimo.
E ciò che resta (nickel, cobalto, rame, delle batterie elettriche), è una bomba ecologica che molte regioni d’Italia non sanno ancora come smaltire.
Uno studio pubblicato su Environmental Research Letters, ha focalizzato la sua attenzione proprio sulla sostenibilità legata al ciclo di vita di questi mezzi.
La tesi dei ricercatori dell’Università della Carolina del Nord, parte dal presupposto che l’impatto sull’ambiente dipenda da più fattori: da come e dove il mezzo di trasporto viene prodotto e con quali materiali, dalla sua longevità media e persino da quali mezzi andrà a sostituire.
Non solo quindi le emissioni del mezzo in sé, ma anche quelle conseguenti alla produzione, al trasporto, alla ricarica delle batterie, alla raccolta e allo smaltimento dei monopattini.
Le emissioni legate alla produzione di questi mezzi, stando alla ricerca, sarebbero elevate proprio a causa dei materiali usati per creare i monopattini, i quali presentano un gran numero di componenti plastici e il litio delle batterie ricaricabili.
Quest’ultimo è infiammabile e comporta una media di 9 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di carbonato di litio raffinato (Lce).
Inoltre, veicoli e componentistica sono per lo più realizzati in Cina e questo aumenta l’inquinamento da distribuzione.
Quindi, c’era veramente bisogno dei monopattini elettrici a noleggio nella nostra città?
Invito l’Assessore a passeggiare da via Erbosa a via Marco Perennio.
Con sorpresa scoprirà che in poco più di mezz’ora, incontrando gente e chiacchierando un po’, si attraversa la città a piedi.
Non è un problema di mezzo ma di abitudini.
E l’abitudine al monopattino elettrico, mi perdonerà l’Assessore, si poteva veramente evitare, un voler inseguire le mode senza una visione precisa del futuro.
Autobus e reti ciclabili: non è forse qui che si gioca la vera battaglia della sostenibilità, non è forse qui che si dovrebbero concentrare ricerca, investimenti e vantaggi fiscali?
Intanto nella nostra città in questo primo periodo di sperimentazione l’inciviltà corre sul monopattino.