di Stefano Pezzola
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet in data 1° agosto 2022 dal titolo “Efficacia del vaccino e rischio di gravi esiti COVID-19 dopo la vaccinazione in Inghilterra: uno studio di coorte basato sulla popolazione” cattura oggi la mia attenzione.
Al seguente link è possibile visualizzare il citato studio in versione integrale:
https://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587(22)00158-9/fulltext
In questo studio di coorte basato sulla popolazione, gli studiosi hanno utilizzato il database QResearch dei record di medicina generale e incluso pazienti di età pari o superiore a 18 anni registrati in Inghilterra tra l’8 dicembre 2020 (data della prima vaccinazione nel Regno Unito) e il 17 novembre 2021, con dati disponibili sul BMI.
L’elaborazione statistica è stata calcolata suddividendo la percentuale di persone con zero, una, due o tre dosi del vaccino tra le categorie di BMI.
L’efficacia è stata valutata al fine di stimare le percentuali di esiti gravi di COVID-19 (ad esempio, ricovero in ospedale o morte) in persone che erano state vaccinate rispetto a quelle che non lo erano, considerando la dose del vaccino e i periodi di tempo successivi alla vaccinazione.
È stata studiata anche l’efficacia del vaccino contro l’infezione da SARS-CoV-2.
I modelli di rischio proporzionale hanno stimato il rischio di esiti gravi di COVID-19 associati al BMI (BMI di riferimento 23 kg/m2) dopo la vaccinazione.
Tra 9.171.524 partecipanti (età media 52 anni; BMI 26·7 [5·6] kg/m2), 566.461 sono risultati positivi al SARS-CoV-2 durante il follow-up, di cui 32.808 sono stati ricoverati in ospedale e 14.389 sono morti.
Del campione totale dello studio, il 19,2% (1.758.689) non era vaccinato, il 3,1% (287.246) aveva ricevuto una dose di vaccino, il 52,6% (4.828.327) due dosi e il 25,0% (2.297.562) tre dosi.
Nelle persone di età pari o superiore a 40 anni, la vaccinazione con due o tre dosi di vaccino è stato superiore all’80% tra le persone con sovrappeso o obesità, che era leggermente inferiore nelle persone con sottopeso (70-83%).
Sebbene sia stata riscontrata una significativa eterogeneità tra i gruppi BMI, la protezione contro la malattia COVID-19 grave (confrontando le persone che sono state vaccinate rispetto a quelle che non lo erano) era elevata dopo 14 giorni o più dalla seconda dose per il ricovero ospedaliero.
Nella coorte vaccinata, c’erano significative associazioni lineari tra BMI e COVID-19 ospedalizzazione e morte dopo la prima dose e associazioni a forma di J dopo la seconda dose.
Utilizzando le categorie BMI, gli studiosi hanno trovato prove che la protezione contro il COVID-19 grave nelle persone con sovrappeso o obesità che sono state vaccinate era leggermente superiore a quelle con sottopeso, in cui l’assorbimento del vaccino era anche il più basso per tutte le età.
Nella coorte vaccinata ci sono stati maggiori rischi di esiti Covid-19 gravi per le persone con sottopeso o obesità rispetto alla popolazione vaccinata con un peso sano.
Questi risultati suggeriscono la necessità di sforzi mirati per aumentare l’assorbimento nelle persone con basso indice di massa corporea (2), in cui l’efficacia del vaccino sembra essere ridotta.
Le strategie per raggiungere e mantenere un peso sano dovrebbero essere prioritarie a livello di popolazione, il che potrebbe contribuire a ridurre i costi della malattia COVID-19.
Nelle due settimane successive al primo vaccino gli individui hanno da tre a quattro volte più probabilità di risultare positivi al Covid rispetto ai non vaccinati.
Questa è un’ulteriore conferma del picco di infezioni post-vaccinale che è stato spesso notato in tutti i paesi, prove che il risultato della vaccinazione è la riduzione temporaneamente l’immunità.
Questa efficacia negativa è in linea con quanto già evidenziato anche in studi presso altri paesi, e contraddice le stime ufficiali del governo inglese, che sosteneva che l’efficacia vaccinale si attestata tra il 60 e l’85% contro l’infezione Sars Cov-2.
Il nuovo studio conferma invece che l’efficacia negativa è dimostrata da tassi di infezione più elevati man mano che l’effetto del vaccino svanisce.
Scrivono infatti gli autori: “sorprendentemente, abbiamo osservato un rischio più elevato di positività al test dopo la vaccinazione con una o due dosi in tutti i gruppi di BMI, il che è contrario alle prove riportate dall’ONS del Regno Unito”.