Home Attualità “Un caldo del demonio” mette in scena “Fragili fiori”

“Un caldo del demonio” mette in scena “Fragili fiori”

Stavolta hanno fatto tutto da soli. Il Covid non ha consentito il tradizionale lavoro con gli studenti delle superiori e dell’università. “Un caldo del demonio“, compagnia di teatro sociale formata da ospiti del Centro Diurno per disabili “L’isola che non c’è”  di Bibbiena, ha quindi fatto quella che la psicologa Elisabetta Pesci definisce “una scelta basagliana”: gli ospiti non sono soltanto attori ma autori, coregisti, scenografi. Tutto quanto fa teatro è quest’anno nelle loro mani con la regia di Riccardo Lorenzini.

Lo spettacolo “Fragili fiori” andrà in scena domenica 12 dicembre, alle ore 18, nel teatro di Partina. “Anche questa non è una scelta casuale – sottolinea Pesci. In questa frazione di Bibbiena stiamo realizzando il progetto sperimentale di Casa Tarchi che è stato reso possibile da una delle prime esperienze italiane di trust: la famiglia Tarchi ha consegnato alla cooperativa sociale Koinè la sua casa di Partina per il figlio Stefano ed altri ospiti del Centro Diurno di Bibbiena”. La struttura è gestita da Koinè ed è il cuore del progetto di cui sono titolari la Ausl Tse, l’Unione dei Comuni ed il Comune di Bibbiena ed è finanziato dalla Regione Toscana.

“E’ un progetto – sottolinea Elisabetta Pesci – che condividiamo con la comunità di Partina e questo spettacolo è anche un sorte di riconoscimento della collaborazione che stiamo ricevendo. Da tutti, dai cittadini come dagli operatori commerciali della frazione”.

Il titolo “Fragili fiori” è un riferimento alla condizione umana in assenza di giustizia: una situazione che rende tutti più fragili e quindi esposti all’essere tagliati, appunto come i fiori. La storia verrà portata sulla scena, prova dopo prova e in assenza di un copione scritto, da 7 dei 13 ospiti del Centro diurno Isola che non c’è.

La compagnia è nata come risultato della prima esperienza del Laboratorio di Teatro Sociale tenuto presso il centro diurno  alcuni anni fa. Perché questo nome: “l’insofferenza tipica dell’adolescenza, la rabbia che ne scaturisce, un corpo che rende prigionieri – temporaneamente, ottimisticamente – e che metaforicamente può essere paragonato al caldo insopportabile del deserto, un caldo del demonio, appunto“.

Lo spettacolo del 12 dicembre vede la collaborazione di molti soggetti: Comune di Bibbiena, Pro Loco di Partina, cooperative sociali Koinè e l’Albero e la Rua, Bar Vittoria Caffè e Baffo alimentari.

Exit mobile version