Aprire la produzione di cannabis terapeutica anche a privati, semplificare la burocrazia e formare i medici. Sono questi i passi fondamentali che serve mettere in campo affinché altri pazienti non si trovino nuovamente ad affrontare l’iter giudiziario che ha dovuto percorrere De Benedetto.
Presso il Tribunale d’Arezzo il Giudice Fabio Lombardo ha assolto Walter De Benedetto ritenendolo non colpevole in quanto il suo utilizzo della cannabis era strettamente legato ai fini terapeutici.
«Non ho tempo di aspettare una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo. Il dolore non aspetta» aveva detto negli scorsi giorni Walter De Benedetto, assolto finalmente perché il fatto non sussiste dal Tribunale d’Arezzo.
L’uomo era stato imputato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso: De Benedetto che da anni era in possesso di una regolare prescrizione medica, aveva deciso di coltivare la cannabis dal momento che il Sistema Sanitario non riusciva ad assicurargli il quantitativo di terapia necessaria a combattere i lancinanti dolori causati dalla sua patologia.
«Ce l’abbiamo fatto, anche grazie al supporto di chi da fuori ha seguito la situazione processuale. Walter è stato assolto in quanto è stato dichiarato non colpevole di voler spacciare ciò che invece aveva necessità di consumare per uso terapeutico» hanno detto gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio, legali di Walter De Benedetto.
Date le sue precarie condizioni di salute, De Benedetto non è riuscito a raggiungere l’aula. Davanti al Tribunale per sostenere la sua causa e quella di molti altri pazienti che si trovano nelle sue condizioni si sono riuniti Meglio Legale – campagna che ha seguito il Paziente in questi mesi sostenendo il suo appello al Presidente della Repubblica -, l’Associazione Luca Coscioni, i Parlamentari On. Caterina Licatini (M5S) e On. Riccardo Magi (+Europa), il Segretario di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino, esponenti di Volt e Giovani Democratici Toscana.
Lì anche il gruppo musicale Matti delle Giuncaie che alla storia di De Benedetto hanno dedicato un brano, “Matto”, scritto da Erriquez della Banda Bardò (scomparso lo scorso febbraio).
In Italia la cannabis terapeutica è legale dal 2007 ma, a causa dello scarso quantitativo prodotto dallo Stato, la distribuzione è spesso assente. Per quanto la legge preveda che il medico possa prescrivere questa terapia a carico del Servizio Sanitario Nazionale, molto spesso il farmaco non si trova in farmacia, portando chi ne fa uso all’assenza di terapia. Inoltre, lo stigma creato intorno alla pianta rende difficile anche il processo di prescrizione.
Una condizione che spinge sempre più pazienti a optare per l’autocltivazione rischiando costantemente di incorrere in problemi giudiziari. Per questo è importantissimo prendere in mano il quadro normativo e ampliarlo affinché altri cittadini non si trovino a dover affrontare un processo solo per aver cercato di curarsi.
Una situazione incredibile se si considera anche che, lo scorso dicembre, col voto favorevole dell’Italia, la Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti (CND) ha riconosciuto il valore terapeutico di questa sostanza – come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – cancellandola dalla tabella delle sostanze stupefacenti.
«Walter è assolto ma il caso non è chiuso, ce ne sono molti altri aperti e ce ne saranno ancora se non cambiano le leggi. La storia di Walter De Benedetto denuncia la finta guerra alla droga in atto nel nostro paese. Questa è una propaganda che colpisce i più deboli, i più fragili. In queste situazioni ci sono molti pazienti e consumatori mentre i narcotrafficanti sono lasciati liberi di agire, avendo in mano il monopolio delle sostanze» ha dichiarato Antonella Soldo, coordinatrice della campagna Meglio Legale.