C’era il sole, in questa puntualissima estate di San Martino, e i bimbi potevano giocare e correre nel giardino dell’asilo nido di Bibbiena, nella provincia di Arezzo. E forse proprio mentre stava correndo, il laccio della sua felpa potrebbe essere rimasto impigliato al ramo di un albero e lo avrebbe stretto alla gola, tanto da soffocarlo. Sarebbe morto così, secondo le prime ricostruzioni, un bimbo di appena due anni, all’asilo nido Ambarabà Ciccì Coccò della frazione di Soci del paese casentinese.
PER OLTRE UN’ORA I SOCCORSI HANNO TENTATO DI RIANIMARE IL PICCOLO
Il terribile incidente è avvenuto tra le 11 e mezzogiorno di questa mattina, mercoledì 12 novembre, e tutto si è svolto in pochi attimi fatali. Le educatrici sono subito accorse e hanno dato l’allarme al 118 che ha inviato sul posto un’ambulanza e uno degli elicotteri Pegaso del soccorso regionale. I tentativi di rianimare il piccolo si sono protratti per oltre un’ora, ma non ha più ripreso conoscenza. Per Leonardo non c’è stato nulla da fare, è stato dichiarato morto dai medici prima che atterrasse l’elisoccorso.
LA DISPERAZIONE DELLA FAMIGLIA
I genitori, una coppia di ventenni che hanno anche un altro figlio, e i nonni – persone note del paese- sono accorsi sul posto, in preda alla disperazione. All’asilo sono arrivati in forze anche i carabinieri della compagnia di Bibbiena, che hanno immediatamente isolato la scena della tragedia, invitando tutti ad uscire, maestre e resto del personale compresi, per avviare i rilievi necessari. Gli accertamenti per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente sono ancora in corso, tutte le ricostruzioni sono per adesso ufficiose.
L’asilo, secondo fonti del Comune di Bibbiena, domani non riaprirà. Il giardino è stato posto sotto sequestro dalla procura di Arezzo che coordina le indagini dei carabinieri, la pm di turno Julia Maggiore ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. La struttura- la cui gestione vede la collaborazione di Comune e di una cooperativa sociale aretina- potrebbe rimanere chiusa fino alla prossima settimana.
FONTE
Agenzia DIRE
www.dire.it
