All’interno del parco nazionale delle Foreste casentinesi gli spazi erbosi non coltivati sono diminuiti in modo molto incisivo dal Dopoguerra, come conseguenza dello spopolamento delle aree montane, a riflettere la riduzione del numero di allevamenti di bestiame.
L’obiettivo del progetto LIFE ShepForBio, che verrà presentato sul versante toscano dell’area protetta mercoledi 6 aprile, e su quello romagnolo venerdi 8 aprile, è migliorare lo stato di conservazione di tre tipi di ecosistemi legati alle praterie (codici 5130, 6210 e 6230) elencati nella direttiva CEE 43 del 1992. Si tratta degli habitat minacciati dall’abbandono di questo tipo di economia e dalle conseguenti dinamiche di afforestazione, che ne modificano la struttura e la funzionalità ecologica.
Il programma agisce promuovendo lo sviluppo di attività pastorali che garantiscano una gestione sostenibile e duratura di questi habitat. Lo fa con l’adozione di misure per il ripristino di pascoli abbandonati, per incentivare le attività pastorali esistenti ed incoraggiarne di nuove attraverso il riconoscimento economico dei servizi offerti dalle aziende di montagna (conservazione del paesaggio e della biodiversità, produzione di cibo) e corsi di formazione a favore dei pastori.
Mercoledi 6 alle 9,30, presso le Officine Capodarno (via Vittorio Veneto, 12) di Stia e venerdi 8 aprile alle 9,30 presso la sede del Parco di Santa Sofia (Palazzo Nefetti – via P. Nefetti, 3) il progetto europeo verrà presentato alle comunità del territorio e a tutti gli stakeholder. Interesserà direttamente l’area del parco nazionale Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna – versante toscano e romagnolo – e il massiccio del Pratomagno.
“Il primato nel panorama europeo delle foreste, riconosciuto alla nostra area protetta, non deve al contempo farci abbassare la guardia sull’importanza degli habitat connessi agli spazi aperti, quelli interessati da questo importante LIFE. Si tratta di una nuova opportunità per rimarcare un binomio inscindibile – sviluppo sostenibile e conservazione – allo scopo di valorizzare e incentivare le attività economiche che contribuiscono al raggiungimento di elevatissimi parametri di qualità ambientale“. Luca Santini, presidente del Parco nazionale.
Collaborano al progetto D.R.E.Am. Italia (coordinatore), parco nazionale Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Regione Toscana, Unioni dei Comuni montani della Romagna Forlivese, del Casentino, del Pratomagno e di Valdarno e Valdisieve, Università di Firenze e di Roma-La Sapienza,Studio Verde e Euromontana (European association of mountain areas). Durante i due eventi saranno presentate e discusse le principali attività previste dal progetto.
Il programma degli interventi prevede un’introduzione generale e la descrizione del contesto territoriale da parte di Dream Italia e Studio Verde. A seguire il dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell’Università di Firenze tratterà il tema “Il pascolamento come strumento per la conservazione della biodiversità”. Dream Italia e Studio Verde approfondiranno anche “Gli interventi concreti di conservazione: ripristino dei pascoli, infrastrutture e piani pastorali”. Al Parco nazionale spetterà poi chiarire quali siano gli “Strumenti di governance a sostegno della zootecnia montana”. Il dipartimento di Biologia ambientale dell’Università di Roma-la Sapienza offrirà quindi un suo contributo sul “Monitoraggio e la validazione delle buone pratiche”. Le due giornate si chiudono, a cura di Euromontana, l’associazione multisettoriale europea per la cooperazione e lo sviluppo dei territori montani, con un approfondimento su ” Attività di comunicazione, promozione e networking“.