AREZZO – Cento studenti a lezione di storia e di pace con l’ANVCG – Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra. La sezione di Arezzo ha promosso una giornata di riflessione e di formazione sui drammatici impatti delle guerre su territori e popolazioni civili che, ospitata dal Salone delle Cerimonie della Prefettura, ha trovato il proprio cuore nel racconto dei bombardamenti sulla città di Arezzo avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e delle conseguenze accusate anche nei decenni successivi per il rinvenimento degli ordigni inesplosi. L’incontro ha visto la presenza degli studenti di Liceo Classico “Petrarca”, Liceo Artistico “Piero della Francesca” e ITIS “Galileo Galilei” a cui è stata ribadita la necessità di affermare i principi di rispetto, accoglienza e non-violenza: la conoscenza intellettuale ed emotiva della guerra, infatti, è stata finalizzata a creare consapevolezza sull’importanza di rendersi promotori attivi dei processi di cambiamento e costruttori di una cultura di pace e solidarietà.
La prima introduzione storica, tenuta da Gianpaolo Barbagli (socio-fondatore della Società Storica Aretina), ha raccontato i bombardamenti del dicembre del 1943 che trasformarono Arezzo in una città fantasma, lasciando un’eredità di morti, feriti e devastazioni. Il convegno, aperto dai saluti delle autorità civili e militari, ha dunque permesso di fare luce sugli esiti della guerra sulle comunità locali e su una pagina di storia recente del territorio che non viene raccontata dai libri di scuola ma che, come testimoniato dalle parole dei relatori, ha avuto conseguenze sui successivi sviluppi sociali, civili ed economici della città. «Il 2 dicembre 1943 – ha ricordato Ulisse Domini, presidente dell’ANVCG, – si verificarono due bombardamenti sulla città cha causarono 179 morti e circa 300 feriti, determinando uno sfollamento generale da Arezzo verso le campagne. Qui la sorte dei civili è stata ancora peggiore a causa delle rappresaglie naziste lungo la Linea Gotica che causarono stragi ed eccidi. La nostra Provincia contò oltre mille vittime civili: la volontà della nostra associazione è di omaggiarne la memoria e di rendere omaggio al loro sacrificio».
Un particolare focus è stato poi orientato verso il tema degli ordigni bellici inesplosi che, a distanza di ottantuno anni, continuano tuttora a rappresentare un grave pericolo a causa degli improvvisi scoppi che comportano incidenti e mutilazioni: ogni anno, in Italia, vengono ritrovati oltre sessantamila pezzi tra granate, esplosivi, colpi di artiglieria e munizioni, dunque il convegno ha rappresentato un’occasione per illustrare agli studenti come riconoscerli e cosa fare in caso di rinvenimento. Queste tematiche sono state trattate da Giovanni Lafirenze (responsabile nazionale del dipartimento ordigni bellici inesplosi dell’ANVCG) e da Daniele Testi (presidente del Museo “Quelli della Karin”). L’impegno dell’ANVCG nella formazione delle giovani generazioni proseguirà ora con i laboratori “Al servizio del domani” che, a inizio 2025, faranno tappa in scuole di diverso grado per approfondire ulteriormente le tematiche del convegno attraverso le parole dei testimoni delle guerre di ieri e di oggi. Questo progetto rivolgerà attenzione verso anche verso l’importanza del volontariato come forma di servizio alla comunità e al territorio, sensibilizzando gli alunni a dedicare il loro tempo alle diverse associazioni locali con l’obiettivo di costruire un domani migliore. «Rivolgersi agli studenti è prioritario per la nostra associazione – ha continuato Domini, – soprattutto per promuovere una corretta informazione sugli ordigni inesplosi per garantire la loro sicurezza e per prevenire il rischio di incidenti connessi ai tanti ritrovamenti avvenuti, nel corso dei decenni, anche nella nostra Provincia. Riteniamo importante che le giovani generazioni conoscano le conseguenze delle guerre di ieri e di oggi dove i civili ogni giorno ed in gran numero perdono la loro vita, diventando così ancor più consapevoli dell’urgenza di un impegno comune per costruire una cultura di pace».