I bambini delle scuole in visita al Mulino di Morino di Raggiolo.
Il borgo casentinese ha ospitato un progetto educativo e didattico alla scoperta delle tradizioni del territorio che ha coinvolto centosessanta giovani alunni con la volontà di illustrare le caratteristiche, il funzionamento e le specificità di un luogo di produzione che, per secoli, ha rappresentato un punto di riferimento per la macinatura delle castagne.
L’esperienza, coordinata dalla cooperativa Connessioni, è stata rivolta alle scuole primarie e dell’infanzia dei Comuni di Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo per veicolare alle giovani generazioni la consapevolezza dell’identità culturale locale e l’importanza di conservare e tramandare la memoria storica.
I percorsi hanno dato seguito al complesso intervento di riqualificazione, ripulitura e riattivazione del molino ad acqua sul torrente Barbozzaia che, sostenuto con fondi PNRR per la realizzazione e il potenziamento di servizi e infrastrutture culturali, ha permesso di rimettere in funzione le antiche macine in pietra.
Questo investimento è stato previsto con una finalità funzionale ma, soprattutto, didattica, turistica ed esperienziale che ha trovato concretizzazione proprio nell’organizzazione delle prime visite delle scuole condotte con il supporto del Comune di Ortignano Raggiolo e dell’Associazione Produttori Valteggina.
Il progetto ha permesso a bambine e bambini del territorio di vivere un percorso che ha trovato il proprio cuore nella visita al Mulino di Morino dove la forza dell’acqua e il movimento delle macine hanno aiutato a comprendere in modo diretto e immersivo come, da secoli, la castagna venga trasformata in farina.
Ogni esperienza è terminata con una degustazione di specialità locali per coinvolgere tutti i sensi e per comprendere le diverse fasi della trasformazione di un frutto che è stato a lungo alla base dell’alimentazione della comunità raggiolatta.
«La rimessa in funzione del Mulino di Morino – commenta Andrea Giovannuzzi, vicesindaco del Comune di Ortignano Raggiolo, – ha restituito vita a un luogo simbolo della nostra identità.
Qui la castagna non è solo memoria del passato, ma filiera ancora viva e capace di unire storia, lavoro e sostenibilità.
I percorsi didattici, sviluppati per l’intero 2025, hanno permesso di trasmettere ai più giovani il valore di un luogo che è tornato a essere produttivo, fruibile e pienamente inserito nei percorsi culturali del territorio, sensibilizzando verso l’orgoglio delle radici e l’importanza di tramandarle nel futuro».




