“E’ con grande emozione che domani saluteremo la mostra della grande Giorgia Fiorio, una mostra richiesta nelle più grande gallerie del mondo. Con orgoglio, ancora una volta invitiamo tutti i cittadini a prendere parte di tale grandezza felici del percorso che Bibbiena sta facendo sul fronte della cultura”.
E’ con queste parole piene di emozione che il Sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli, invita tutti i cittadini di Bibbiena e del Casentino a prendere parte all’apertura ufficiale di un evento che ha lasciato un segno nella cultura e nella fotografia non solo italiana.
La mostra dal titolo “Giorgia Fiorio – 1991 > 2021 Un percorso di conoscenza” è stata proposta da FIAF e curata da Claudio Pastrone, Direttore del CIFA, in collaborazione con l’Autrice stessa e ripercorre il cammino fotografico, lungo ormai oltre trent’anni, di Giorgia Fiorio fotografa.
“Un percorso di conoscenza, 1991 – 2021” raccoglie moltissime delle opere di tutti i progetti più importanti di Giorgia Fiorio.
La serie Uomini, realizzata tra il 1990 e il 2000, la prima decade del suo operato, indaga alcune comunità chiuse maschili occidentali, dai legionari ai toreri spagnoli fino ai minatori ucraini e agli uomini di mare. Il lavoro va oltre l’aspetto documentario per far emergere le contraddizioni presenti tra l’immaginario collettivo che attribuisce a questi gruppi composti da uomini-maschio una forte tempra, sprezzante delle difficoltà e del pericolo, e la realtà di un’interiorità che proprio dal legame collettivo trae la forza per superare un’indole fragile e vulnerabile su cui aleggia una sorte a volte tragica.
Nel secondo decennio dal 2000 al 2010 l’obiettivo di Giorgia Fiorio è puntato sempre sull’uomo ma per esplorarne la dimensione trascendente, la relazione tra gli individui e il Sacro. Ne nasce il progetto Il Dono sviluppato attraverso trentotto missioni in trenta paesi diversi, il cui libro riceve nel 2009 il patrocinio dell’UNESCO. Con le sue immagini è testimone del mistero della vita e della morte, che si rivela attraverso pratiche corporee come il sacrificio, la purificazione, i riti dell’offerta e del ringraziamento, alle cui origini troviamo il passato ancestrale con i cicli della natura e gli elementi, lo scorrere del tempo e la dimensione dello spazio, il mistero del sacro e del credere che pervade l’esistenza umana.
Giorgia Fiorio prosegue nel terzo decennio il percorso intrapreso fin dalle sue prime prove fotografiche, la ricerca dell’essenza spirituale più intima e particolare dell’uomo. Per raggiungere l’obiettivo la sua indagine si sposta in un’altra dimensione. Non ci troviamo più di fronte alle manifestazioni e alle azioni degli esseri umani viventi, ma davanti a volti statuari. Con un dispositivo, frutto di una tecnica complessa e raffinata, rivela la trasfigurazione dell’apparenza scultorea nell’evoluzione della luce, rendendo mutevole ciò che non può esserlo. I lavori di Humanum non ri-traggono ritratti statuari di qualcuno ch’è vissuto, interrogano la figura archetipa di ciò che vive di là dall’esistenza corporea.