di Andrea Giustini
E’ stato danneggiato e quasi interamente coperto il manifesto elettorale di Fratelli d’Italia affisso in via Edison, nei pressi del sottopasso del Raccordo Stradale Arezzo-Battifolle. Chiunque passi in auto per quel tratto di strada, o anche solo vi si avvicini, non può non notarlo.
Qualcuno, evidentemente nel tentativo di esprimere dissenso, o peggio, odio politico-ideologico, servendosi di una carta di colore azzurro ha oscurato completamente sia il volto della leader, Giorgia Meloni, che il simbolo del partito. Sono rimaste visibili solo le scritte: “Pronti a risollevare l’Italia” e “Elezioni Politiche settembre 2022, ma oramai il manifesto è inutilizzabile, in quanto praticamente censurato.
Certamente la zona non è fra le più trafficate della città di Arezzo, ma è già più di una settimana che il manifesto verte in quelle condizioni. Sorprende l’indifferenza generale. Nessuno, nemmeno appartenenti alla sezione aretina di Fratelli d’Italia, sembra essersi accorto o curato dell’accaduto. Nessuno pare averlo segnalato alle autorità competenti, e nemmeno quindi sono stati presi provvedimenti di alcun genere.
Il danneggiamento, e in generale qualsiasi gesto che renda inservibile un manifesto politico o di propaganda elettorale, costituisce un reato ed è punibile con sanzione amministrativa. Secondo l’art. 8 della L. L. 04/04/56 n° 212 (“Norme per la disciplina della propaganda elettorale”):
“Chiunque sottrae o distrugge stampati, giornali murali od altri, o manifesti di propaganda elettorale previsti dall’art. 1, destinati all’affissione o alla diffusione o ne impedisce l’affissione o la diffusione ovvero stacca, lacera o rende comunque illeggibili quelli già affissi negli spazi riservati alla propaganda elettorale a norma della presente legge, o, non avendone titolo, affigge stampati, giornali murali od altri o manifesti negli spazi suddetti è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da lire 100.000 a lire 1.000.000. Tale disposizione si applica anche per i manifesti delle pubbliche autorità concernenti le operazioni elettorali.”
A sensi dell’art. 15 L. 10/12/93, n° 515 si rischia una sanzione amministrativa che va da € 103,00 a € 1.032,00).