“La tecnologia scende in campo per tutelare il vero Parmigiano Reggiano dagli imitatori. Nelle forme del rinomato e famoso formaggio italiano sarà inserito un chip per tracciare le forme di parmigiano autentiche. I produttori italiani si sono letteralmente stancati di subire la concorrenza di prodotti fasulli, che invadono il mercato e danneggiano le vendite di parmigiano ed hanno iniziato ad inserire nelle forme dei microchip commestibili” scrive il giornalista Pierpaolo Molinengo il 21 agosto 2023 su Wall Street Italia.
“I produttori italiani si sono letteralmente stancati di subire la concorrenza di prodotti fasulli, che invadono il mercato e danneggiano le vendite di parmigiano ed hanno iniziato ad inserire nelle forme dei microchip commestibili” continua entusiasta il giornalista.
Credo che se avessero potuto impiantarci un chip attraverso il cibo lo avrebbero fatto senza nemmeno dircelo.
Non credo quindi che si tratti di una mossa tesa ad impiantare un chip a tradimento.
Credo piuttosto si tratti soltanto di un modo per abituare i cittadini all’idea del chip.
Ciò significa che cercheranno senza dubbio di diffonderlo il più possibile ma significa anche che hanno bisogno di prendere in giro i cittadini perché hanno una morbosa necessità della adesione, diretta o raccolta in modo subdolo.
“Un micro-transponder più piccolo di un grano di sale ed altamente resistente sarà integrato nell’etichetta di caseina presente sulla crosta esterna: garantirà l’autenticità e tracciabilità di ciascuna forma. La nuova tecnologia digitale fornirà una garanzia in più sull’autenticità del prodotto non solo nell’interesse dei produttori e di tutta la filiera distributiva ma anche del consumatore finale” scrive la giornalista Eleonora Baldwin su gamberorosso.it.
“Il p-Chip è una cripto-ancora blockchain che crea un “gemello” digitale per gli oggetti fisici. Questo microchip scannerizzabile altamente resistente offre una tecnologia di tracciabilità rivoluzionaria al Consorzio del Parmigiano Reggiano, che potrà così controllare meglio il proprio inventario, proteggere e distanziare i propri prodotti da marchi simili e avere accesso a una tecnologia track-and-trace impareggiabile in caso di richiami o altri problemi” puntualizza la giornalista.
“Microchip commestibili grandi quanto un granello di sabbia: una nuova arma tecnologica contro la falsificazione del made in Italy” sintetizza la Eleonora Baldwin.
Giusto per completezza di informazioni, ho imparato che si tratta di nuovi chip in silicio prodotti dall’Azienda di Chicago p-Chip con prestazioni superiori ai chip RFID delle carte di credito.
Non solo carne sintetica e farine di grilli, adesso nano tecnologie su una eccellenza dell’enogastronomia italiana che diventa digitale.
E soltanto oggi leggiamo che con la scusa di combattere la contraffazione, senza avvisare i clienti, già lo scorso anno sono partiti i primi test su 100 mila forme di Parmigiano Reggiano.
Chip simili a quelli inseriti sotto la pelle degli ignari animali domestici.