domenica, Dicembre 22, 2024

La lettera di Anna Paratore, mamma di Giorgia e Arianna Meloni, alla giornalista Rula Jebreal

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di Stefano Pezzola

Pubblichiamo la lettera di Anna Paratore, mamma di Giorgia e Arianna Meloni:
Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, calunnie vergognose che, detto per inciso, se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un’aula di tribunale, sono davvero stufa.
La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni.
Infatti, l’ultima volta che le mie bambine ed io lo abbiamo incontrato, è stato in un lontano pomeriggio intorno al 1988, a Villa Borghese, un giardino pubblico romano, dove Francesco Meloni aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie.
Fu un incontro inutile e superficiale, con due bimbette che a malapena si ricordavano di lui, e lui che si faceva chiamare Franco perché sosteneva che “papà” lo invecchiasse.
Dopo di allora, il vuoto assoluto.
Per quello che ne sapevamo noi, poteva essere morto, o felicemente vivo in qualche parte del mondo.
Lui non cercava le figlie, le figlie non hanno mai cercato lui.
Quando poi Giorgia fu nominata alla vicepresidenza della Camera – molto più di venti anni dopo – ecco arrivare la telefonata di un amico comune. “Franco” avrebbe avuto piacere di rivedere le ragazze: Giorgia disse di no.
Come fa sempre, argomentò il suo diniego: “Perché dovrei vedermi con una persona che se incontro per strada nemmeno riconosco? Non ho niente da dirgli”.
Un vero colpo di fortuna il negarsi, visto ciò che sta accadendo in queste ore, quando una pseudo giornalista – Rula Jebreal – si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra.
Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti soprattutto perché, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando o grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa ciò che dice
”.

Fonte:
https://www.facebook.com/GardiniElisabetta

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