venerdì, Novembre 22, 2024

Liceo “Made in Italy”, Giorgio Renzi: “Una scuola a servizio dell’ideologia sovranista”

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Il commento dell’ex sindaco di Bibbiena Giorgio Renzi, dal titolo “Ed ora anche la scuola sovranista”:

«Evidentemente io ho sbagliato tutto nella vita! Sono figlio di contadini, che volevano tenermi a parare le pecore, ruolo essenziale nella famiglia contadina di allora Ho preso una laurea in filosofia, mi sono abilitato all’insegnamento, ho fatto tanti corsi di aggiornamento, mi sono occupato di formazione professionale e sarei anche certificatore di competenze…L’aspetto che accomunava tutte queste attività era l’idea che la scuola è una comunità aperta, che deve aprire le menti, alle idee e culture diverse. Insomma l’idea che la cultura non ha confini e il compito della scuola è proprio quello di eliminare i pregiudizi razziali, territoriali, aprire lo sguardo sul mondo in modo libero e senza pregiudizi.. Poi dovrebbe esserci la formazione professionale a preparare ad un mestiere.
E oggi in che mondo mi ritrovo? Con un governo che ogni 5 minuti, in ogni occasione parla di identità nazionale come riscoperta doverosa, come progetto di vita e di cultura. Ed in questo contesto anche la scuola ha il compito di far riscoprire l’identità nazionale, nel senso di orgoglio nazionalista!!! Si è partiti dalla nuova definizione del ministero della istruzione, con l’aggiunta “e del merito”. Per carità, chi non è d’accordo sulla valutazione del merito?! Il problema è che cosa si intende per “merito” e come lo si valuta. E, soprattutto, da qual condizioni si parte. E’ facile brillare per merito quando si viene da una famiglia agiata e acculturata, quando si cresce in un ambiente già acculturato. Ma se sei figlio di un contadino, di un operaio, con una casa dove non circolano libri e dove non esistono molti stimoli culturali, quanto dovrai faticare per raggiungere quel “merito” di cui si parla? Ma tanto oggi sento i ministri del nuovo governo sovranista che ripetono che i giovani si devono dare all’agricoltura, tornare nei campi.
Certo l’agricoltura di oggi non è quella della fatica arida e poco produttiva delle colline della mia infanzia. E sicuramente è un lavoro non solo dignitoso, ma anche produttivo e innovativo. Ma sentire ministri che i campi non li conoscono e non li hanno mai calpestati urlare che i giovani devono tornare nei campi…immagino che si riferiscano ai figli dei contadini, che non si permettano di pensare ad altri lavori e ad altri settori, riservati alle classi privilegiate.
Ma cosa sa la Santanché della vita di campagna, lei che gli unici terreni che ha calpestato sono quelli delle sabbie del mare sardo e dei villaggi di Briatore, o dei campi da golf?
Ed ora vogliono riportare la scuola non alla riforma Gentile, ma a quella di prima. Basta con i licei e la media unica. Torniamo alle scuole professionali dove i figli degli operai e dei contadini possono imparare un mestiere da utilizzare immediatamente, senza perdere tempo in licei, in approfondimenti culturali riservati ad altre persone di ben altro censo.
Ora la Meloni e Fratelli d’Italia vogliono trasformare l’istituto agrario in istituto per il made in Italy, contributo formale al sovranismo culturale ed educativo.(che strano, usano l’inglese per esprimere un valore italico. Se si applicasse la proposta di legge di FdI sul divieto di uso di lingue straniere, la Meloni dovrebbe essere multata!). In realtà la Meloni ha parlato di “Liceo”. “Stiamo pensando a un liceo del made in Italy per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra la nostra cultura, i territori e la nostra identità”. E te pareva, detto in romanesco, che non si tornasse all’identità! Sono sicuramente anche messaggi subliminali, più che proposte concrete, ma non per questo sono meno preoccupanti. Una scuola a servizio dell’ideologia sovranista, anziché essere strumento di cultura e di apertura mentale. E comunque una scuola classista, si sarebbe detto in altre epoche ormai lontane.
E poi c’è chi grida: basta con l’antifascismo! Questi non hanno niente a che fare con l’esperienza storica del ventennio. Cari giornalisti e intellettuali accomodanti, ripassatevi la storia del fascismo e di come diventò potere assoluto acclamato dalle masse. Magari rileggetevi La fabbrica del duce di Biondi. Forse vi accorgerete che questi signori che ci governano hanno assorbito l’essenza del fascismo, molto più di quanto vorreste farci credere, anche con le vostre articolesse sui grandi giornali cosiddetti indipendenti, ma che proprio per questo sono i più pericolosi ed i più complici del nuovo clima culturale.
Per chi è più pigro e vuole una cosa più breve c’è sempre “Il fascismo eterno” di U. Eco, con la sua definizione di Ur-fascismo, come culto della tradizione e di una ideologia nazifascista basata su “sangue” e “terra”. Così si capisce perché i giovani devono tornare alla terra!»

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