domenica, Dicembre 22, 2024

L’Onirico Mondo di Andrea Meacci, fotografo castiglionese

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In un mondo di fotografi pieno di tecnicismi, di rincorsa al pixel, alla definizione degli obiettivi usando mezzi costosi che meglio incarnano le sfumature mentali del fotografo, vi è chi rifugge da tutto questo e fa foto che potrebbero essere fatte da una camera fotografica di cartone da pochi euro per bambini.
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E’ il caso di Andrea Meacci, Castiglionese che affida l’essenzialità della propria anima alla fotografia e che espone al Castiglion Fiorentino Photo Fest, evento presente in 3 spazi sino al 12 maggio 2024, tra cui la nuovissima Galleria Ceccherini posta sotto le logge Vasariane di piazza del Municipio, la chiesa di Sant’Angelo in via del Cassero, e la Pinacoteca.

La maturazione del vedere, osservare cose e persone porta ad una visione essenziale. La sua storia di fotografo è parallela alla sua storia di vita. Si parte in gioventù con foto alla ricerca della nitidezza come propulsiva all’iper realismo, ed arriva ora all’Essenza della Vita.
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 Lui è un osservatore lento e dopo aver fotografato placide campagne possibilmente nebbiose, spingendosi al limite massimo dell’assolutezza di immagini quasi totalmente bianche, si getta ora con calma, quasi pigra, in un mondo opposto che è una spiaggia, normalmente popolata di situazioni più dinamiche, chiassose, fuori dalla normaloide quotidianità della vita in città.
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Ma lo fa a modo suo, con i suoi occhi. Lo fa come un osservatore che rifugge di indossare anche gli occhiali da sole, ma piuttosto tiene gli occhi socchiusi, dove la visione è abbagliata dal sole, sfuocata, poco definita, ed i colori, anche delle persone, diventano quasi macchie di tenue acquarello. La perdita della definizione visuale delle persone. che porterebbe a dire che siano senza espressione, sono in realtà, ed al contrario, maggiormente espressive, e nulla tolgono alla rappresentazione del momento, anzi lasciano lo spettatore come in un flash back di ricordi, di vecchie cartoline in bianco e nero ma colorate artificialmente e sciupate dall’esposizione al sole in un espositore sul marciapiede di uno di quei di negozi di giocattoli, pinne, infradito, bazar della costa adriatica.
E sul palcoscenico del mare ferma immagini di persone normalissime, anti moda da spiaggia. Persone che sembrano in una foto anni ’50, nessuna bella donna, ma formose anziane. Le persone da lui rappresentate sono Tipi da Spiaggia di film di decenni addietro. Andrea Meacci riesce, con l’uso onirico della camera, a riportarci indietro, a persone scevre dalla febbre da spiaggia.
Un po’ un piccolo Federico Fellini, ma senza il chiasso gioioso dirompente romagnolo del regista.
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Meacci cura anche il contorno ottico alle proprie immagini con un allestimento scenico che immerge l’osservatore ancor di più nel suo mondo tra l’indefinitezza delle sue foto e la cura attenta ai micro dettaglio dell’allestimento, dove ogni centimetro non è lasciato al caso, ma ha un suo perché. Un Andrea Meacci a due velocità.
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Un percorso indietro nel tempo per non dimenticare e riportarci all’essenzialità del momento e dei gesti.
Con Calma e Umanità.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Viaggiare è fatale al pregiudizio, al bigottismo, ed alla ristrettezza mentale,
e per questi motivi molta della nostra gente ne ha fortemente bisogno.
Vedute ampie, sane, caritatevoli degli uomini e delle cose
non possono essere acquisite
vegetando tutta la propria vita in un piccolo angolo della terra.
Mark TWAIN,1869

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