Otto anni fa, dopo oltre 50 anni che non lo sentivo, un amico, affermato musicista locale – Caudio Matteini – mi manda su Messanger una registrazione di lui che fa un giro armonico con la chitarra, borbotta suoni con la bocca perché non ricorda le parole, e soprattutto non ricordava il titolo del brano, e chi lo cantava. Lui mi dice che lo aveva ascoltato nella mia soffitta, trasformata negli anni ’60 in un onirico metafisico Fillmore East Auditorium, come quello di San Francisco, dove gli affamati di orge musicali si abbeveravano. Avevo uno dei primi giradischi con 2 casse…Stereo, ed avevo LP introvabili. Avevo una fila di grandi musicisti dell’epoca che venivano anche da Città di Castello – gli Angeli Neri ad esempio – ad ascoltare la musica che avevo.
Quanti …Avevo, ma oggi ho ancora Me.
Quel brano di cui Matteini non ricordava il titolo, era The Weight, eseguito dalla The Band che a quei tempi accompagnava Bob Dylan, formazione di cui faceva parte Robbie Robertson.
Ecco, Robbie, oggi a 80 anni, se n’è andato, non prima di aver lasciato una bellissima versione di quel brano suonandola con un puzzle di musicisti da tutto il mondo, ove ognuno fa un pezzettino stando a casa propria.
Una fusione…nucleare di stili differenti.
The Weight ha un testo da racconto-ballata nell’era del vagabondare alla Jack Kerouac, e parla del desiderio di trovare un posto dove dormire, perché si ha un doppio peso, quello del viaggiare, e quello di una storia con una Carmen che fu vista a fianco di un Altro/Diavolo. E quel peso potrebbe alleggerirsi se molla il ricordo di lei, e ritorna da Miss Annie, che è l’unica che può lenirlo. Il testo ha visioni che sembrano religiose, ma a quei tempi il fumo ispirava testi puzzle che vanno presi come pennellata di parole, senza ricercare significati sofisticati.
E’ un brano che fu inserito nel film Easy Rider, il suo posto giusto.
Robbie Robertson è stato convocato da registi di valore ad adornare film di musica, come Wim Wenders, Oliver Stone, Sean Pen, ma sopratutto in 11 film di Martin Scorsese.
Quest’ultimo fu regista di un docu-film – The Last Waltz – dell’ultimo concerto di Robbie Robertson con la sua The Band.
Io di Robertson ho apprezzato anche il suo lato di nativo indiano pellerossa, e proprio in quel periodo fu ospite a San Remo, nel 1998, con Unbound – Libero – dove aleggia il mondo dei Nativi Indiani.
All’Olmo di Arezzo, per vari anni è esistito un tempio di musica di qualità, lo Storyville, pochi sanno che questo nome viene da un LP di Robertson.
Con la dipartita di Robbie Robertson stiamo continuando a subire all’Evaporazione di un Periodo, di Qualità Umane e Musicali, che oggi, chi ci sporca le orecchie, non può concepire.
Il vero dramma non è l’Evaporazione Climatica, ma l’Evaporazione Umana che lascia il Niente.
Post Scriptum
Oggi è morto anche Peppino Gagliardi,
ma, come disse Leonard Cohen in Chelsea Hotel #2 a proposito della morte di Janis Joplin, con cui aveva avuto un incontro ravvicinato,
…I can’t keep track of each fallen robin
…non posso tenere traccia per ogni pettirosso che cade
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Viaggiare è fatale al pregiudizio, al bigottismo, ed alla ristrettezza mentale,
e per questi motivi molta della nostra gente ne ha fortemente bisogno.
Vedute ampie, sane, caritatevoli degli uomini e delle cose
non possono essere acquisite
vegetando tutta la propria vita in un piccolo angolo della terra.
Mark TWAIN,1869p