Fin dall’inizio del nostro mandato abbiamo espresso disponibilità a collaborare su temi fondamentali per la nostra comunità. La scuola è senz’altro uno di questi.
Non ci interessano le polemiche sterili né le passerelle: ci interessa conoscere da vicino lo stato degli edifici scolastici, ascoltare le esigenze di chi li vive ogni giorno e proporre soluzioni e progettualità concrete.
È con questo spirito che, giá ad Agosto 2024, avevamo chiesto formalmente di poter visitare i plessi scolastici del Comune, accompagnati dal personale tecnico senza ricevere risposta. Dopo ulteriori sollecitazioni, a dicembre l’Assessora alla Scuola ci aveva assicurato la disponibilità alla visita dopo le festività natalizie. Un’apertura che abbiamo accolto con favore, confermando la nostra disponibilità.
Da lì, di nuovo il nulla.
A marzo abbiamo presentato un’interrogazione ufficiale per chiedere spiegazioni e sollecitare l’individuazione di una data certa. Il 28 marzo ci è stato finalmente comunicato un appuntamento: giovedì 17 aprile, alle 8:30 a Soci e alle 10:00 a Bibbiena. Una notizia che, dopo mesi di silenzi, ci era sembrata almeno un passo avanti.
Peccato che oggi, 10 aprile, ci venga comunicato l’ennesimo rinvio. Visita rimandata a data da destinarsi. Ancora una volta.
Ciò che ci colpisce non è solo il continuo slittare di un impegno tanto semplice quanto importante, ma l’atteggiamento che si cela dietro a questo comportamento: una chiusura istituzionale che inizia a diventare sistematica.
Lo abbiamo detto più volte: il nostro non è un atteggiamento ostile o inquisitorio, benché il nostro ruolo di consiglieri comunali preveda il dovere – oltre che il diritto – di verifica e vigilanza. E davanti alle numerose segnalazioni che continuano ad arrivarci da parte di famiglie e personale scolastico su problemi di igiene, sicurezza, manutenzione e spazi, scegliamo di non girarci altrove, ma al tempo stesso abbiamo sempre ritenuto corretta la strada dove possiamo accertarci direttamente e personalmente dello stato dei fatti.
In questi mesi di attesa, se avessimo voluto cercare scorciatoie o clamore, avremmo potuto farlo cento volte. Ma non lo abbiamo fatto.
Abbiamo scelto la via istituzionale, del dialogo, del rispetto. Ma il rispetto, evidentemente, deve essere reciproco.
Se qualcuno trova scomoda questa presenza, è un problema politico e culturale che non ci riguarda.
La scuola non è di nessuno: è di tutti. Ed è nostro dovere, come rappresentanti eletti, vigilare sulla sua sicurezza, qualità e accessibilità. Anche se per qualcuno è più comodo tenerci alla porta.