Si conclude oggi in Casentino la due giorni del seminario dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici che per il 22esimo anno consecutivo ha scelto Camaldoli come luogo di “resistenza civile pensante”.
L’argomento trattato in questo seminario che ha portato in casentino dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia, sono le nuove indicazioni nazionali 2025.
Molti i temi discussi: il digitale a scuola, educazione e competenze, libertà educativa, sguardo pedagogico sullo studente.
La Presidente nazionale A.N.D.I.S la Professoressa Paola Bortoletto è entrata nel merito di alcuni temi forti affrontati nel corso del seminario aperto a tutte le figure della scuola:
“Siamo al 22esimo seminario di Camaldoli che ha una rilevanza nazionale perché va a ragionare sulle indicazioni nazionali 2025 che hanno rivisto le indicazioni del 2012.
Tanti i temi trattati. Il digitale a scuola è per esempio. Non si tratta solo di informatica, ma deve essere qualcosa che coinvolge i giovani senza renderli succubi.
E’ uno strumento, mentre ciò che fa la differenza – e noi dobbiamo in questo fare molto- è la relazione”.
Sulle indicazioni nazionali la Presidente nazionale commenta: “Per quanto riguarda le indicazioni, ricordiamo che queste ultime non sono programmi; la scuola tuttavia, ha una risorsa importante che è quella dell’autonomia.
Qui si trova uno spiraglio per sopravvivere nel mare magnum dei continui cambiamenti.
Lavorare sulla autonomia con i collegi docenti, ma anche con il territorio, tutti insieme per costruire quel curriculo di scuola fondamentale. Il seminario di camaldoli, in questo, traccia una strada da percorrere”.
Sui giovani e la scuola la Professoressa Bortoletto parla di centralità dell’ascolto: “I nostri giovani vanno ascoltati, questo è fondamentale.
La scuola deve formarli per la vita e per il lavoro, ma anche per diventare cittadini attivi e responsabili. Essi non rappresentano qualcuno che deve solo rispettare le regole, ma sono persone che vanno educate allo spirito critico.
Le conoscenze sono fondamentali ma dobbiamo andare oltre e portarli a pensare a cosa si può fare con le proprie abilità e il proprio modo di essere.
Vogliamo cittadini e cittadine che sappiano stare in un mondo complesso e ferito con grande lucidità e ragionevolezza”.
Sulla situazione della scuola italiana la Presidente Nazionale A.N.D.I.S risponde: “La scuola italiana è sottoposta a continui cambiamenti.
In uno degli interventi del seminario si diceva, appunto, che poco si investe su questo comparto rispetto a altri paesi europei. Il livello di febbre della scuola? Possiamo dire che è abbastanza alto:
la formazione è in affanno, il reclutamento è in affanno, ci sono tanti precari, manca la continuità e c’è una situazione che è sempre in evoluzione.
Ma quello che ci è stato portato con il PNRR e i piani europei è tanto e soprattutto questi aiuti hanno sicuramente fornito alla scuola tante occasioni. Da qui dobbiamo partire tutti insieme”.
La Presidente Regionale di A.N.D.I.S la professoressa Angela Desideri ha spiegato il senso del seminario di Camaldoli per una scuola di qualità, sia in centro che nelle zone interne del territorio toscano:
“L’obiettivo dell’ANDIS in modo particolare con questo convegno, è quello di parlare di scuola per tutti e con tutti, cercando di accogliere nelle nostre proposte ogni docente, ogni dirigente.
L’idea di Camaldoli – uno spazio di resistenza civile pensante -è fondamentale perchè è come se in questo luogo così bello e isolato, potessimo ritrovare anche a livello spirituale la nostra professionalità che andiamo a spendere poi nelle nostre scuole, sia in città che nelle aree interne.
La Toscana è sempre stata una regione ricca di proposte e sperimentazioni e una buona scuola anche nelle zone interne”.
L’iniziativa si lega in modo profondo all’eredità intellettuale di Giancarlo Cerini, insegnante poi ispettore, impegnato nella stesura delle linee pedagogiche per i bambini da zero a 6 anni.
Il seminario di Camaldoli in particolare è idealmente ispirato a una sua celebre espressione: “Camaldoli, spazio di resistenza civile pensante”.
Cerini ha sempre sostenuto un’idea di scuola che non si limitasse all’applicazione passiva di norme e circolari, ma che fosse un luogo di riflessione critica, di dibattito aperto e di pensiero autonomo.
Il suo concetto di “resistenza civile” si riferiva alla capacità del mondo della scuola di non cedere a riforme superficiali o a mode passeggere, ma di difendere la qualità pedagogica e il valore educativo.
In questo contesto, l’aggettivo “pensante” sottolineava l’importanza di una critica costruttiva, basata su solide basi culturali e professionali.