a cura di Roberto Fiorini
Entro in libreria e la mia cara amica libraia Marzia mi chiede simpaticamente – indicandomene la collocazione sullo scaffale – se io sia interessato ad acquistare il libro del momento che grazia a Dio, essendo passato Natale, non è quello di Bruno Vespa.
Sullo scaffale centrale infatti Spare di Prince Harry, duca di Sussex, nobile, principe e membro della famiglia reale britannica, più conosciuto come Harry, il secondogenito nato dall’unione tra Re Carlo III del Regno Unito e Diana Spencer, cattura senza dubbio l’attenzione con una copertina a dir poco magnetica.
Rassicuro Marzia confermandole che sono entrato per acquistare il nuovo libro di uno dei miei autori preferiti ovvero Niccolò Ammaniti ed un libro da bambini da regalare alla figlia di una amica.
Osservo però con attenzione le 540 pagine del libro del Principe Harry, best seller in Inghilterra e molto venduto anche nel nostro paese.
Rientrato a casa mi accorgo che il libro è contenuto nella scatola che Mondadori mi ha inviato con le novità degli ultimi mesi e decido intanto di metterlo sopra il comodino.
Deciderò dopo aver concluso la lettura di E’ finito il nostro Carnevale di Fabio Stassi e divorato le pagine de La vita intima di Niccolò Ammaniti, se e nel caso quando leggere anche le pagine di Spare.
in realtà la curiosità prende il sopravvento e senza annunciare la mia decisione a Marzia inizio a sfogliare con nonchalance il libro di Prince Harry.
Ho infatti letto casualmente che il libro “con la sua cruda e implacabile onestà, è una pubblicazione epocale. Le sue pagine, dense di analisi e rivelazioni, sono frutto di un profondo esame di sé e della consapevolezza – conquistata a caro prezzo – che l’amore vince sempre sul lutto”.
Sarà proprio così?
Sono passati una ventina di giorni da quando è stato pubblicato, giorni eccitanti e frenetici, un rincorrersi di anticipazioni, notizie e scoop anche divertenti come vedere su youtube Nicholas Witchell che riferisce per la BBC dell’uscita del libro filmando l’unica persona in coda fuori dalla libreria centrale Waterstones.
Oppure le parole di Dan Wootton sul Daily Mail che descrive Harry come un uomo piccolo e triste.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, Harry è stato ospite al The Late Show With Stephen Colbert, dove ha incontrato Tom Hanks e parlato della sua autobiografia.
Dunque, premetto e fugo ogni perplessità.
Ho letto Spare: a mio parere è un libro da classificare come uno dei più bizzarri che abbia mai letto.
A tratti molto triste.
E dove c’è un continuo riferimento al giornalismo scandalistico.
Ma anche dal titolo scritto così esplicito – forse per garantire simpatia e comprensione per l’autore – il principe Harry ne esce come una persona petulante: un uomo che ancora oggi ritiene opportuno lamentarsi della camera da letto che gli è stata assegnata per le sue vacanze estive nel castello della nonna.
Fin dalle prime pagine la sua storia diviene a tratti davvero poco convincente.
Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell’autore, uno stile che ci fa venire la pelle d’oca o viceversa un’assenza di stile non compensata da alcuna ragione per proseguire oltre.
Il diritto di non finire un libro di Daniel Pennac, insomma.
Tuttavia, fra le ragioni che abbiamo di abbandonare una lettura, ce n’è una che mi ha sempre colpito ovvero la vaga sensazione di una sconfitta.
Ecco perché ho deciso di non fermarmi e continuare a leggere quasi ostinatamente il libro di Harry, il minore.
Ho ripreso la lettura delle pagine da un certo fatidico giorno in cui lui e Meghan hanno litigato mentre stanno cuocendo un pollo e lei ha minacciato di scaricarlo.
Tra le righe Harry appare miope, ossessionato da se stesso, assolutamente non empatico.
La gratitudine non è qualcosa con cui Harry sembra essere molto familiare.
I critici di Harry amano sottolineare che molte persone famose quando perdono qualcuno da bambino, la loro diversità li infastidisce.
Non sono d’accordo, tutt’altro.
Credo semplicemente che nessun altro ragazzo abbia dovuto camminare dietro la bara di sua madre sotto gli occhi di milioni di persone in diretta televisiva, né molti sono stati trascinati in congetture da coloro che credevano di conoscere chi aveva ucciso la sua mamma.
Nel libro, tuttavia, a me pare che la supplica di Harry si estenda ben oltre tutto questo.
È una presa d’atto del privilegio di essere nobile e ricco, anche se talvolta non sembra rendersi conto che la maggior parte dei britannici lotta ogni giorni con difficoltà economiche, affetti, morde insomma la vita.
L’amore non deve essere appariscente secondo Harry, anche se a dirla tutta le poesie d’amore che cita, opera della penna della moglie Meghan, sono a dir poco raccapriccianti.
La descrizione del fallimento di suo padre nell’abbracciarlo dopo che gli ha detto che sua madre è morta, è invece coinvolgente e sincera.
Una scena descritta quasi da romanzo storico: Harry appare così silenziosamente adorabile da far dire al lettore che in fondo è un bravo ragazzo che ha paura del buio.
La gratitudine non sembra però essere qualcosa con cui Harry è molto familiare e forse è per questo che sua zia Margaret una volta gli ha regalato soltanto una penna per Natale e la sua matrigna, Camilla, una volta ha suggerito che un piccolo lavoro alle Bermuda avrebbe potuto diventare formativo.
Tra le pagine confidavo che avrei trovato le ragioni per cui Harry ha deciso di lasciare la Gran Bretagna.
Ci sono un sacco di accuse molto vaghe, a tratti inconsistenti.
“Sai perché me ne sono andato!” urla a William,nel cimitero reale di Frogmore, con i piedi quasi in cima alla tomba di Wallis.
Ma non emerge nulla di concreto, a meno che non si pensi che una lite sull’abito di una damigella d’onore sia un motivo per fuggire da un paese.
È stata una decisione di Meghan, allora?
Chissà.
Ciò che si percepisce è che questo bambino che una volta non voleva fare altro che lavorare in una baita alpina, è palesemente ossessionato da sua moglie.
Il lettore confida amichevolmente che Harry possa essere finalmente felice dopo la firma dell’accordo familiare, un patto di gran lunga più faustiano di qualsiasi cosa suo padre o suo fratello abbiano mai firmato.
Harry preferisce immergersi in commedie televisive come I Griffin, dove ammira Stewie oppure Friends dove si identifica con Chandler.
Spare segue la struttura di base in tre atti: dell’infanzia, del servizio militare e della felicità coniugale ed è suddiviso in episodi e paragrafi.
Harry ha ricordato di avere deciso di scrivere Spare quando si è recato in Gran Bretagna per il funerale di suo nonno nell’aprile 2021.
Lì ha percepito in modo inconfutabile che né suo padre né suo fratello avevano compreso veramente perché lui e sua moglie Meghan si fossero trasferiti in California.
Alcune parti del libro sono sinceramente tristi e dolorose come la mattina dopo che Diana muore in un incidente d’auto a Parigi e Carlo, suo padre, lo sveglia per dirgli che cosa è successo.
“Si sedette sul bordo del letto – scrive Harry – mi ha messo una mano sul ginocchio dicendo: caro ragazzo, la mamma ha avuto un incidente d’auto. Ci hanno provato, caro ragazzo. Temo che non ce l’abbia fatta”.
Harry scrive che “niente di quello che gli ho risposto allora rimane nella mia memoria. È possibile che non abbia detto nulla”.
Oppure come quando ha implorato il padre di non sposare Camilla.
“Quando ci è stato chiesto, Willy e io gli abbiamo promesso che avremmo dato il benvenuto a Camilla nella famiglia – scrive Harry – l’unica cosa che abbiamo chiesto in cambio è che non la sposasse. Non era necessario risposarsi, lo abbiamo supplicato”.
E ancora Harry racconta la paura di parlare in pubblico che pian piano si è trasformata in una paura della folla, e poi attacchi di ansia in piena regola alla vigilia del suo trentesimo compleanno,
Proseguendo nella lettura mi rendo conto che il libro è sorprendentemente ben scritto.
Mi aspettavo un libro di memorie senza alcun merito letterario ma non è così.
Non è certo Open di Agassi di cui condivide il ghostwriter premio Pulitzer J.R. Moehringer ma Spare è pieno di meditazioni liriche sulla vita reale e già dall’apertura evoca nientemeno che William Shakespeare.
Forse Spare sarà ricordato soltanto per le fughe di notizie sulla moglie Meghan Markle e sulla cognata Kate Middleton che litigano sugli abiti delle damigelle d’onore che per la sua bella prosa.
Ma un bravissimo ghostwriter è in grado di estrarre ricordi dipingendo un quadro vivido di quei momenti.
I dettagli della storia in Spare appartengono ad Harry, soltanto ad Harry.
Alcuni sono deliziosamente banali, come quello di suo padre che fa sceneggiate ogni giorno in mutande.
Altri sono dolorosi: è stato esplicitamente chiarito ai ragazzi fin dalla nascita che se William si fosse ammalato, Harry, come riserva, avrebbe potuto dover fornire un “pezzo di ricambio” – un rene o un midollo osseo – per salvare l’erede.
Il reale ribelle è spesso divertente: scherza sull’incidente del congelamento delle parti basse quando scrive “il mio Polo Sud era sul fritz“.
Si dimostra anche un narratore sorprendentemente bravo.
La consapevolezza di sé è evidente quando ridacchia sui cani di sua nonna.
Le sue insicurezze non si nascondono.
Intendiamoci, il libro è tutt’altro che perfetto.
Tuttavia, le memorie delle celebrità sono solitamente classificate come “ben scritte” o “rivelatrici”.
Raramente entrambi.
Spare, in questo senso, è speciale ed originale.
Ad ogni pagina traspare una certa dose di rabbia verso la famiglia ed i media.
Un libro bonario, a tratti rancoroso, umoristico, talvolta ipocrita, autoironico ma mai prolisso.
E perché no anche sconcertante.
Una lettura che annoia?
Assolutamente no.
E se vi state chiedendo con chi Harry ha perso la verginità, beh è stata una donna anziana a cui “piacevano i cavalli, parecchio, e mi trattava non diversamente da un giovane stallone. Giro veloce, dopo di che mi aveva dato uno schiaffo sul groppone e mi aveva mandato a pascolare“.
Cara Marzia, in fondo si finisce quasi per rimpiangere i giorni in cui i reali si avvelenavano a vicenda o facevano la guerra civile.
Però accetta il consiglio e leggi Spare.