di Andrea Giustini
Non c’è stato uno “scontro” fra il Direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, e il Governo, come scritto da qualche giornale. Ma la notizia che il 25 dicembre la famosa Galleria d’arte fiorentina rimarrà chiusa, ha fatto venire giù una bella nevicata natalizia di polemiche. Sui social se ne leggono di tutti i colori, per la maggiore freddi e scuri.
“Un direttore incapace”, scrive un utente sotto un articolo. “Così si chiude la cultura”, tuona un altro. C‘è chi, indignato perché Schmidt ha sostenuto che Natale è la festa di tutte le famiglie, imbastisce pure paragoni: “Stando al ragionamento del Direttore anche gli ospedali dovrebbero restare chiusi, pure medici e infermieri hanno famiglia”. E anche chi paventa discriminazioni: “E se una famiglia vuol visitare la Galleria a Natale? Non potrebbe perché è la festa di altre famiglie che hanno altre abitudini? E le famiglie di turisti? Le discriminiamo?”
Critiche che fanno eco a quelle del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, e soprattutto del sindaco Dario Nardella, secondo cui Eike Schmidt avrebbe già fatto fare a Firenze una figuraccia per il ponte Ognissanti. Ma sono giustificate?
Chi adesso si sorprende tanto e si sgola “in difesa della cultura”, evidentemente non è mai stato un grande fruitore di cultura. Poiché la chiusura degli Uffizi il 25 dicembre non è davvero una “notizia”, come se il Direttore Schmidt, in un insensato atto di mala gestione, avesse rotto col passato. E’ invece da sempre la norma per la Galleria, così come per tutti i più importanti centri culturali italiani, europei e mondiali. E non per questioni di religione, lassismo o incompetenza. Ma in primis proprio per le abitudini e i comportamenti di chi gallerie d’arte e musei li visita davvero.
Già solo sul sito degli Uffizi sono disponibili alcuni dati sull’affluenza alla Galleria che lo fanno capire. Stando a questi, dicembre e gennaio sono i mesi in cui si registrano meno visitatori, mentre il picco è fra aprile e agosto. Il grafico che qui riportiamo rappresenta l’andamento delle visite nel 2019, l’anno migliore prima della pandemia, e comprende non solo quelle agli Uffizi, che sono circa la metà del totale (2.361.753 su 4.391.895), ma anche quelle a Palazzo Pitti (777.212) e al Giardino di Boboli (1.252.896). Vi è inoltre un confronto con il 2018 e il 2014, rispetto a cui si registrano un aumento di visite del 6,1% e del 33,2%.
C’è inoltre da segnalare che la Galleria, nonostante abbia come giorno di chiusura il lunedì, in queste festività natalizie farà apertura straordinaria sia lunedì 26 dicembre, per Santo Stefano, che lunedì 2 gennaio 2023, con orario ordinario. L’unico giorno di chiusura è di fatto il 25 dicembre. Dunque le velenose critiche al direttore Schmidt, oltre che fuori luogo, come nel caso di paragoni con servizi essenziali quali quelli ospedalieri, risultano del tutto immotivate.
Lamentele strampalate per qualche chiusura natalizia non sono tuttavia cosa nuova in Italia. Sono cicliche negli anni. Basti ricordare dicembre 2015, quando Dario Franceschini, Ministro della Cultura del Governo Renzi, ne fu sommerso per la chiusura natalizia degli scavi di Pompei.
In modo simile a Eike Schmidt, Franceschini sottolineò che per Natale, ma anche per Capodanno, sono chiusi Louvre, il British, la National Gallery di Londra, il Reina Sofia, l’Ermitage, il Met, i Musei Vaticani, l’Acropoli di Atene, e Versailles. Così come il Moma, la Tate Modern, il Museo d’Orsay, o il Gugghenheim. E questo perché «tutti i grandi musei sanno bene che i comportamenti familiari e turistici di Natale e Capodanno non si conciliano con l’apertura dei musei e che comunque dovendo scegliere per ragioni contrattuali o di risorse, molto meglio tenere aperto in giornate primaverili o estive».
Per il sindaco Dario Nardella, Eike Schmidt avrebbe già fatto fare una pessima figura internazionale a Firenze per aver tenuto chiusi gli Uffizi lo scorso ponte Ognissanti. Che figura ci fanno allora i direttori di tutti quei musei e gallerie internazionali che chiudono non solo per Natale, ma in alcuni casi pure per la Vigilia e per Capodanno? Non sarà che forse, ad aver fatto una figuraccia, è proprio lui, il sindaco di Firenze?