“Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo“.
Proviamo a sbloccare due ricordi, riguardando con attenzione due pubblicità al tempo molto famose.
“Il burro è scivoloso, ecco perché dobbiamo mangiarne il piu’ possibile per lubrificare le vene e le arterie”.
Il burro è ricco di vitamina D, favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo, indispensabili per rendere le ossa forti e resistenti soprattutto in menopausa quando la caduta degli estrogeni provoca una diminuzione della densità delle cellule ossee, ma non fa certo bene al cuore, alle vene e alle arterie.
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/grassi-saturi-altro-che-assoluzione-chi-ne-assume-troppi-mette-il-cuore-a-rischio
“Amianto cemento, Eternit, prodotti di qualità in tutto il mondo“.
L’amianto è pericoloso se è intaccato e se le sue fibre diventano così presenti in sospensione nell’aria sotto forma di polvere di amianto.
Se inalate, le fibre di amianto possono causare malattie gravi, che però sono molto rare tra le persone non esposte a quantitativi di amianto elevati.
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/tutti-i-tipi-di-amianto-sono-cancerogeni
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si è espressa chiaramente: tutti i tipi di amianto sono cancerogeni.
Proviamo ad immaginare un ricordo che sbloccheremo assieme tra dieci anni, ovvero il ricordo dei pannelli di polistirene (cappotti) del famoso bonus 110.
Relatività.
Quando parliamo di tempo il sociologo parla di decine di anni, lo storico di migliaia di anni, il biologo di milioni, il fisico di miliardi, il teologo dell’eternità.
E il geometra, l’architetto e l’ingegnere?
Molto probabile che gli appartamenti con il cappotto saranno una raccolta di umidità, tra muro esterno e pannelli di polistirene (scarto derivato dalla lavorazione del petrolio, materia prima in mano ad un multinazionale americana).
Più o meno come mettersi un sacchetto della spesa in testa e provare a respirare, giusto per rendere l’idea.
Non entrerà il freddo?
Certamente.
Non entrerà il caldo?
Certamente.
Ma ciò che viene prodotto dentro casa (docce, cucina, panni stesi, ecc.) rimarrà tutto dentro casa.
Quindi appartamenti già scarsi in termini di traspirabilità oggi dopo il cappotto si presentano a zero traspirabilità.
In altre parole ciò che viene generato dentro rimane dentro casa, umidità inclusa.
Inoltre non tutti hanno compreso che quei pannelli, chiamati polistirene espanso – espanso con un gas – quando avranno esaurito la loro tenuta o durata del gas che li rende leggeri e apparentemente traspiranti, saranno nocivi come oggi vengono classificati alcuni materiali come le guaine bituminose, il cartongesso, le resine e tanti bei materiali che, guarda caso, le discariche/stazioni ecologiche, non accettano più.
L’amianto/eternit in tempi non troppo lontani era il materiale del futuro?
Possibile quindi che anche questi cappotti tra qualche anno dovranno essere smaltiti come l’eternit oggi?
Possibile.
Sempre se chi li ha montati si è ricordato di risanare prima i muri, eliminare le parti cedevoli di pittura e di intonaco, altrimenti vedremo pannelli (li vediamo già oggi) volare per la città.
La buona pratica imporrebbe di ripristinare il livello, dare un primer, un rasante di presa, applicare della colla specifica ai pannelli e assicurarli con cura con funghi a battere o tasselli particolari e verificarne la tenuta uno ad uno.
E poi ancora rasante, rete, ancora rasante, tonachino colorato a finire.
Hai controllato che il tuo cappotto sia stato realizzato a regola d’arte?
Ai prezzi offerti in giro dubito: quindi l’auspicio che quantomeno rimangano attaccati per un pò alle facciate.
Poi a come smaltirli ci penseremo, in fondo adesso sono il prodotto del futuro, o no?