venerdì, Novembre 22, 2024

Riscoperto il ponte romanico sul Fosso di Valiano

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In passato, aveva fatto da cornice a romantiche proposte di matrimonio e a festose merende tra bambini: poi era caduto nel dimenticatoio

La sua struttura, fino ad oggi,   nascosta da un fitto intreccio di edera, non era nota

Lisi  (Direttore Generale CB2): “Sempre più spesso l’attività svolta dal Consorzio porta non solo alla riduzione del rischio idraulico ma anche a restituire fruibilità  e dignità al territorio”

Norcini (Assessore Comune di Capolona): “Il nostro obiettivo è far apprezzare un angolo del nostro comune che ha cambiato volto: alla scoperta della natura, della storia e dei prodotti locali”

Francesconi (Sindaco): “Abbiamo un progetto: il  ponte sul Valiano entrerà a fare parte  del patrimonio storico-culturale del nostro territorio: un’attrazione turistica e una riscoperta dei tesori che troppo spesso dimentichiamo di avere a pochi passi da casa”

“Oh, this is really nice!”. “Tres joli”. “Se on jotain ainutlaatuista”. Il ponte romanico sul Fosso di Valiano ha incantato  tutti.

Inglesi, francesi, finlandesi, italiani; residenti e visitatori che, incuriositi dalla notizia del recupero  dell’antico manufatto, riportato alla luce dai lavori di manutenzione realizzati a quattro mani dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e dal Comune di Capolona, hanno partecipato questa mattina alla passeggiata sul fiume, organizzata per far conoscere ed apprezzare lo storico gioiello:

un piccolo by pass in pietra a schiena d’asino, che scavalca il corso d’acqua nei pressi dell’abitato di San Martino Sopr’Arno, nel comune di Capolona, e  che, liberato dalla vegetazione, oggi, fa bella mostra di sé arricchendo il patrimonio artistico-culturale di una zona che ha tanto da offrire.

Decine di persone hanno percorso il sentiero, accompagnate dal sindaco  Mario Francesconi, dal vice sindaco Gianluca Norcini, dall’assessore Simone Ciuffi, al Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Francesco Lisi, ad esperti di ambiente e storia locale. Insieme,  partendo dalla Pieve di San Martino, hanno raggiunto il corso d’acqua:

un tratto incastonato in un habitat naturale ricco e vario, ulteriormente impreziosito dal recupero del ponte in pietra, che, secondo recenti e approfonditi studi, potrebbe risalire ad epoca medievale o tardo romana.

Utilizzato fino al dopoguerra e poi caduto progressivamente in disuso, in seguito all’abbandono delle campagne, il piccolo ponte era stato via via dimenticato. Anche da quanti vivono  in zona.

“Vent’anni fa – racconta una coppia – lo abbiamo scelto per scambiarci le promesse di matrimonio. Allora era avvolto nell’edera, una cornice molto romantica, almeno per noi giovani, nati e cresciuti in paese. Ma nessuno conosceva il suo vero aspetto”.

Nessuno lo aveva mai visto come oggi:  con le sue pietre ben conservate a vista e la sua tipica forma in evidenza. Neppure chi  ricorda ancora le merende, organizzate sulle sponde del fosso con i bambini e chi racconta aneddoti su avventurosi attraversamenti  da una riva all’altra del fosso.

Per tutti quindi una sorpresa vederlo nella sua forma originaria, stagliarsi tra cielo e acqua mentre si festeggia il suo ritorno “alla luce” con un brindisi e  una tradizionale colazione contadina.

“Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, eseguendo la manutenzione ordinaria programmata nel Piano delle Attività 2024 sul corso d’acqua,  ha eliminato parte degli arbusti e delle piante vecchie e in precario stato di salute, riportando  alla luce anche l’autentico “gioiello”, rimasto “invisibile” per decenni”, spiega il Direttore Generale del Consorzio Francesco Lisi.

“L’operazione di ripulitura del tratto, che va dall’immissione del Fosso dei Canapini verso monte, per una lunghezza di circa 300 metri, è stata pianificata per eliminare possibili ostacoli capaci di limitare lo scorrimento dell’acqua e per monitorare eventuali situazioni di dissesto.

Ma, come spesso accade, ha ottenuto anche uno straordinario e gradito “effetto collaterale”: ha restituito alla comunità il piccolo e delizioso by pass di età romanica, di cui si era, di fatto, persa la memoria”.

Alle spalle, un passato importante, raccontato nella pubblicazione “Un sguardo dal ponte” (Quaderni dell’Ecomuseo del Casentino) e  testimoniato, nelle vicinanze, dai resti ancora ben visibili di una costruzione, che, secondo il catasto lorenese, corrispondeva a un nucleo produttivo di tutto rispetto, costituito da casa, mulino, fornace e forno, a pochi passi dall’antica Pieve di San Martino. Poi l’oblio.

L’intervento, completato in questi giorni dal personale del Consorzio, ha riportato alla luce il piccolo elevato, prima completamente avvolto nella vegetazione:   un ritrovamento che l’amministrazione comunale  ha deciso di valorizzare e condividere con la comunità.

“Una volta ripulito, abbiamo pensato di organizzare una passeggiata di gruppo per far conoscere e apprezzare il suggestivo corso d’acqua con il suo ponte”, comunica il sindaco Mario Francesconi e aggiunge:  “La nostra amministrazione è fortemente impegnata in una politica di rilancio turistico del territorio, di valorizzazione degli ambienti fluviali e delle memorie storiche che lo caratterizzano”.

 Gianluca Norcini, Assessore del Comune di Capolona, continua: “L’intervento del Consorzio di Bonifica ha restituito al nostro territorio un autentico gioiello. Per questo abbiamo pensato di offrire a tutti l’occasione per  apprezzare un tratto del fiume che ha davvero cambiato volto, unendo   la possibilità di conoscere natura,  storia e  prodotti locali. Con questa iniziativa, intendiamo  iniziare un percorso ambizioso volto a riportare il ponte sul Valiano all’interno del nostro patrimonio storico-culturale: un’attrazione turistica per riscoprire tesori che troppo spesso dimentichiamo di avere a pochi passi da casa.”

Uff. Stampa Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno

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