Bibbiena, 29 agosto 2024 – Nel pomeriggio del 26 agosto 2024, nell’ambito di un’attività investigativa condotta dalla Compagnia Carabinieri di Bibbiena, si è proceduto al fermo di 2 soggetti nonché al deferimento di ulteriori 2 individui, ritenuti responsabili in concorso di furto aggravato e ricettazione. I soggetti sono ritenuti componenti di una banda responsabile del grave furto perpetrato nella notte tra il 19 e il 20 agosto nella frazione Corsalone di Chiusi della Verna in danno di un’importante azienda di lavorazione metalli. In quell’occasione venivano asportati 120 quintali di rame per un valore commerciale di € 140.000.
A seguito del furto partivano immediatamente le indagini che permettevano dapprima di recuperare gran parte della refurtiva, la quale era stata occultata dai malfattori in un’area boschiva del Corsalone nonché, in seguito, di acquisire importanti elementi investigativi. Le attività d’indagine, protrattesi ininterrottamente per circa 6 giorni, permettevano di acquisire importanti elementi probatori e venivano svolte, perlopiù, attraverso la disamina degli impianti di videosorveglianza dell’intero Casentino nonché con lunghi servizi di osservazione, controllo e pedinamento e accertamenti di tecnico-scientifici. L’inchiesta ha permesso di identificare i veicoli utilizzati per commettere il crimine e, tramite il sistema di videosorveglianza, di risalire ai volti dei responsabili. Nei giorni seguenti, sino ad arrivare alla giornata di ieri, un ulteriore passo in avanti è stato compiuto grazie al rintraccio del furgone utilizzato, di seguito fermato nella zona di Badia Prataglia e di una vettura, anch’essa impiegata nel furto, quest’ultima fermata a Bagno di Romagna (FC). A bordo vi erano i soggetti ripresi dalle telecamere dell’azienda colpita nonché attrezzature per lo scasso e frammenti del rame sottratto.I soggetti coinvolti sono gravati da precedenti specifici, di nazionalità rumena, erano pronti a lasciare il territorio nazionale e dirigersi nell’Est Europa. Al termine delle formalità di rito, gli arrestati venivano associati presso il Carcere di Arezzo.
Ciò si comunica nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.