L’Isis Fermi di Bibbiena è tra i dieci migliori istituti tecnici d’Italia secondo il report di Eduscopio della Fondazione Agnelli pubblicato qualche giorno fa da Il Sole 24.
L’Isis Fermi è tra i primi in provincia sempre per occupabilità degli studenti in uscita, e il secondo per iscrizioni all’università dei suoi studenti. Gli anni scolastici presi in considerazione dalla fondazione Agnelli sono 18/19 – 19/20 – 20/21, che è uno dei parametri dello studio.
Il Dirigente Maurizio Librizzi commenta così il risultato: “Le ragioni che hanno portato a questo risultato per noi assolutamente inaspettato sono tante. Innanzitutto devo mettere il rapporto continuo che la scuola ha con il tessuto produttivo e imprenditoriale del Casentino con il quale facciamo progetti di PCTO molto seri e mirati, e questo consente ai ragazzi e alle ragazze di conoscere meglio le aziende del Casentino. I nostri docenti, inoltre, hanno ottimi rapporti con lo stesso tessuto produttivo di cui ho appena parlato e questo rafforza i legati e ci consente di attivare progettualità importanti e mirate. I nostri studenti escono da qui molto preparati e con una conoscenza delle opportunità territoriali approfondita nel tempo. Infine ma non per ultimi metto tutto il team della scuola a partire da una segreteria efficiente che ci consente di lavorare con serenità e con ritmi sostenuti dando risposte adeguate in tempi brevi”.
La scuola attualmente conta 580 tra studenti e studentesse un team di insegnanti di sostegno molto preparato che sta attivando progetti innovativi anche per gli alunni con disabilità gravi. La scuola ha inoltre ben accolto il percorso dei lavori di messa in sicurezza che sta interessando l’edificio da inizio anno scolastico.
Librizzi a questo riguardo dice: “Ci siamo organizzati bene e grazie a questa preparazione le cose stanno andando per il meglio. Stanno funzionando tutti i percorsi e nessun aspetto è stato sacrificato”.
Librizzi parla così del futuro: “Abbiamo molti progetti per il futuro da attivare, sia con le aziende del Casentino, che con le università, dando più forza alle collaborazioni del territorio”.