venerdì, Novembre 22, 2024

La chiesa e gli enti istituzionali uniti nella realizzazione della “Via di Francesco”: al Santuario di Chiusi della Verna illustrato il progetto. Presente anche il vescovo Andrea Migliavacca

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Adattato velocemente  alla modalità di video-conferenza, l’appuntamento, concepito all’interno dell’Evento “I sentieri dell’anima” che ogni anno in una più ampia programmazione, propone momenti di riflessione sul turismo lento e sulle progettualità inerenti la Via di Francesco in Toscana,  ha visto le comunità francescane protagoniste di una sessione di ascolto e di proposta.

I sindaci dei 26 comuni che lavorano al progetto, hanno infatti presentato alla comunità religiosa, attraverso i propri tecnici,  i primi risultati e lo stato dei lavori inerente le progettazioni in corso. E, sul tema,  hanno manifestato il desiderio di ascoltare appunto“ lo sguardo di Francesco” che i tre ordini da sempre incarnano.

“L’incontro – racconta Frate Francesco Brasa, guardiano della Verna – avvenuto necessariamente in modalità a distanza, in ottemperanza alle vigenti normative sanitarie , pur non consentendo un dialogo approfondito, rimane nella storia dei cammini francescani toscani come punto di partenza che apre con decisione ad un futuro di dialogo, di collaborazione, di progettazione comune tra enti pubblici e Chiesa locale”.

Ad introdurre l’incontro è stato il sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini, capofila del progetto, che ha ricordato l’entusiasmo e la partecipazione con la quale le 26  amministrazioni comunali coinvolte, Firenze ed Arezzo comprese, hanno accolto questo momento di riflessione: “Avere la capacità di lavorare tutti insieme, in vista di un obiettivo comune assume, oggi più che mai, un significato molto  importante: E la grande partecipazione dei colleghi sindaci e degli ordini francescani , la voglia manifestata di contribuire a questo percorso, ci conforta e ci convince che siamo sulla strada giusta”.

Nella approfondita prolusione Monsignor Andrea Migliavacca , vescovo di san Miniato, delegato dalla Conferenza Episcopale Toscana per la  pastorale del turismo e dello sport  nel tracciare i tratti principali del Cammino di Francesco, sul tema dell’accoglienza ha ricordato poi come “Il pellegrino che arriva e bussa è colui che, anche, scomoda una comunità, che chiede spazio, che domanda attenzione, tempo, concretezza. Accoglierlo cambia la stessa comunità che lo accoglie, e ci ricorda di non dimenticare mai il tempo dell’esilio anche personale,  che, durante la vita,  ciascuno di noi si trova necessariamente a dover sperimentare”.

La Via di Francesco è stata narrata con lo sguardo dei tecnici che da tempo lavorano alla sua infrastrutturazione, e raccontata poi con lo sguardo di Fabrizio Ardito, scrittore e giornalista che da tempo la percorre e la documenta, e di Gianluigi Bettin, animatore del tracciato umbro, nella sua recente esperienza di cammino toscano da Firenze alla Verna.

“Siamo onorati e pienamente coinvolti in questo progetto che da ormai due anni ci vede protagonisti insieme con le amministrazioni locali e il Comune di Chiusi della Verna, certi che il ruolo dell’Opera di Santa Croce da Firenze potrà dare un apporto significativo” con queste parole anche il Direttore dell’Opera di Santa Croce il Dott.Stefano Filipponi ha voluto testimoniare la propria partecipazione.

Sull’evento l’architetto Roberta Fabbrini, progettista e coordinatore degli interventi e delle attività di valorizzazione  sulla Via:

“Questa giornata è nata per il desiderio crescente di ascoltare. Da parte nostra che spesso siamo chiamati a parlare, progettare, pianificare, analizzare, valutare. Dal bisogno di ascoltare il pensiero delle comunità francescane che sono l’anima viva e pulsante della Via di Francesco, e la cui presenza rappresenta per noi un valore prezioso da tenere sempre presente come elemento di guida. Sono loro che da sempre incarnano quei valori, quella capacità di attenzione, quello sguardo accogliente e semplice, quella esperienza quotidiana di gioia e di meraviglia, quel desiderio di prendersi cura, di farsi compagni di viaggio,  che facciamo assolutamente nostri  in questo percorso.

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