Al riguardo la Presidente ha deciso di presentare in questo piano di rilancio dell’economia e del sistema Paese, un grande progetto che vede appunto il Territorio della Provincia di Arezzo, per le sua collocazione geografica e per le sue caratteristiche, un importante snodo viario per la comunicazione non soltanto autostradale, ma anche ferroviaria, assicurando da sempre il trasporto delle persone e delle merci nella direttrice di collegamento Nord-Sud, ma non in quella tirrenico adriatica.
Per tali ragioni è stato fissato in settimana un incontro con il vice ministro delle infrastrutture Alessandro Morelli, grazie anche all’interessamento della Senatrice Tiziana Nisini, durante il quale la Presidente porterà all’attenzione del dicastero un’opera che fin dall’800 è rimasta allo stato di mera progettualità e che concretizzandosi creerebbe un nuovo collegamento tra il capoluogo provinciale ed il comune di San Sepolcro. Un tracciato di circa 20 km, per diversi tratti in galleria, che darebbe continuità alle attuali reti deboli nazionali rispetto alla linea dell’alta velocità, e quindi uno stralcio funzionale di un progetto più ambizioso che, secondo l’ing. Marino, dovrebbe proseguire da Sansepolcro a Rimini, innestandosi sulla linea adriatica per proseguire fino a Venezia.
Ciò permetterebbe di mettere l’Italia in stretto raccordo con l’Europa anche ad est, ed i relativi mercati, alleggerendo il notevole carico passeggeri e merci che transita adesso sull’asse Bologna Firenze Roma. ” La Provincia di Arezzo – dichiara la Presidente Chiassai Martini – fin dagli anni 2004-2010 e quindi già con le precedenti amministrazioni ha iniziato ad elaborare degli studi proponendoli alla Regione Toscana.
Quell’ipotesi fu inserita nel piano delle Grandi Infrastrutture nella legge obiettivo del 2011 su proposta della stessa Regione rimanendo tuttavia irrealizzata per carenza di risorse e giacendo ora come una incompiuta. Oggi, con il Recovery Plan, abbiamo la possibilità di destinare finanziamenti certi e necessari a realizzare questa infrastruttura il cui costo è stato stimato intorno ai 400 milioni di euro, offrendo finalmente una soluzione non solo alle esigenze dei comuni della Valtiberina, ma anche al problema di due regioni, la Toscana e l’Umbria, risolvendo un gap infrastrutturale nazionale ed europeo in termini di sviluppo integrativo ferroviario. Ciò ovviamente richiede un grande sforzo sinergico di tutte le componenti politiche, chiamate nell’interesse generale a superare differenze partitiche per unirsi tutti e dare forza a questa richiesta per la quale sin da ora mi premuro di inoltrare il relativo status progettuale alla Regione Toscana perché se ne faccia portavoce formale presso il dicastero delle infrastrutture.
Siamo convinti che questa opera potrebbe essere per il nostro Paese la soluzione ad un problema infrastrutturale nazionale che l’Europa non potrà che vedere favorevolmente in quanto assolve all’integrazione ferroviaria europea.”