Saranno tutte finanziate le quasi 6000 domande pervenute per il bando rivolto all’introduzione o al mantenimento dell’agricoltura biologica in Toscana. Lo stesso avverrà per le oltre 17.500 domande presentate per il bando sull’agricoltura nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici.
Questo investimento della Giunta regionale porta la Toscana “bio” a crescere ancora grazie a un’iniezione di risorse cinque volte più alta di quella messa a disposizione nel 2020.
Passano infatti da 20 milioni a 100 milioni i fondi attivati dalla Regione sul bando della misura 11 del PSR (introduzione e mantenimento dell’agricoltura biologica), periodo transitorio 2021-2022.
Salgono da 3 milioni a 21,8 milioni le risorse messe a disposizione del bando della misura 13 (indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici).
L’impegno finanziario permetterà di sostenere le oltre 5.800 aziende che hanno risposto al bando della misura 11 (agricoltura biologica) e più di 13.000 aziende che hanno presentato domanda sulla misura 13, di cui 4.544 aziende sono nelle aree montane. Il pagamento dei premi è previsto a partire dalla fine di ottobre di quest’anno.
Si concretizza in questo modo l’impegno preso dalla Regione con le Organizzazioni professionali agricoltori nei confronti delle aziende che operano in zone particolari e per quelle che intendono introdurre o mantenere il metodo di produzione biologica, attraverso il pagamento del premio annuale a ettaro di superficie agricola soggetta a impegno.
In attesa del nuovo periodo di programmazione 2023-2027 la Toscana è sempre più attenta al tema di un’agricoltura sempre più rispettosa di modelli sostenibili a basso impatto ambientale, come indicano gli obiettivi Europei del Green Deal, della strategia Farm to Fork e della nuova Politica Agricola Comune.
L’agricoltura biologica rappresenta in Toscana già oltre il 32 per cento della superficie agricola utilizzata con oltre 150 mila ettari, costituiti in gran parte seminativi, ma anche da oliveti, vigneti, frutteti e pascoli. Con questa manovra si punta ad arrivare al 35% della superficie agricola coltivata con metodo biologico. Una percentuale che porta la nostra regione ancora più avanti rispetto agli obiettivi europei che prevedono il 25% entro il 2030 e che quindi la Toscana ha ampiamente già superato.
“Se vogliamo – ha detto il presidente Eugenio Giani – che l’agricoltura dia un apporto significativo alla tutela dell’ambiente e contribuisca per la sua parte all’inversione di tendenza al cambiamenti climatici, la cura si chiama “biologico”. L’agricoltura biologica, oltre a far bene alla salute, aiuta a ridurre le emissioni di carbonio, migliora la fertilità dei terreni e migliora la resilienza del clima. Pertanto è un nostro primario impegno sostenere le aziende che già operano nel biologico e tutte quelle che intendono introdurre questo metodo di coltivazione, offrendo loro l’opportunità di svilupparsi. Insieme a queste, vogliamo sostenere le attività agricole nelle aree con maggiore difficoltà territoriali e montane dove gli agricoltori svolgono un importante funzione per la preservazione di questi territori a rischio abbandono Il futuro del Pianeta passa anche da un’agricoltura più efficiente e sostenibile e la Toscana sta facendo la sua parte”.
“Con le misure che abbiamo presentato oggi – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – vogliamo dare una svolta decisa alla Toscana in nome di quei principi e degli obiettivi che il G20 ci ha indicato nella nostra terra. Siamo già la regione che esprime il 32% della superficie destinata a biologico a fronte di una media nazionale del 16%. Con le risorse che oggi mettiamo a disposizione andiamo a soddisfare interamente le richieste delle aziende che hanno fatto domanda sull’agricoltura biologica e vogliamo in questo modo provare ad arrivare al 35% con un auspicio del 45% entro la fine della legislatura. Quindi la Toscana si candida ad esser una regione leader su questo fronte senza considerare che insieme a questo bando su cui abbiamo deciso di investire per quest’anno oltre 70 milioni di euro, abbiamo deciso anche di dare una mano alle zone interne e montane e portando l’investimento sui bandi per le indennità compensative e svantaggiate ad oltre 21 milioni. Dunque una indicazione ben precisa sulla Toscana che vogliamo riguardo l’agroalimentare, una Toscana sempre più attenta a un’agricoltura compatibile con il rispetto per l’ambiente e sempre più attenta alle zone svantaggiate per evitare lo spopolamento di aree che, se abbandonate, comporterebbero delle problematiche non banali anche dal unto vista idrogeologico per le zone a valle. Una Toscana che si tiene in un’ottica tendente alla conservazione dell’ambiente, delle aree svantaggiate e di un’agricoltura che è presidio di questi principi”.
Modalità di erogazione
Il tipo di sostegno prevede il pagamento di un premio annuale a ettaro di superficie agricola soggetta a impegno ed è strettamente legato alla macro tipologia di coltura effettuata e dettagliata nel piano di coltivazione.
Per l’introduzione alla produzione biologica sono concessi i seguenti premi:
Vite: 840 €/Ha
Olivo e altre arboree: 720 €/Ha
Castagneto da frutto: 380 €/Ha
Seminativo collegato ad allevamento biologico: 308 €/Ha
Seminativo: 293 €/Ha
Pascolo collegato ad allevamento biologico: 126 €/Ha
Ortive-Pomodoro da industria-Officinali-Floro-vivaismo: 480 €/Ha
Per il mantenimento alla produzione biologica sono concessi i seguenti premi:
Vite: 700 €/Ha
Olivo e altre arboree: 600 €/Ha
Castagneto da frutto: 300 €/Ha
Seminativo collegato ad allevamento biologico: 275 €/Ha
Seminativo: 244 €/Ha
Pascolo collegato ad allevamento biologico: 105 €/Ha
Ortive-Pomodoro da industria-Officinali-Floro-vivaismo: 400 €/Ha
Le altre iniziative regionali a sostegno di un’agricoltura a favore dell’ambiente
Nelle politiche di sostegno ad una agricoltura attenta alla sostenibilità ambientale, Regione Toscana ha messo in campo anche:
– La Legge regionale 30/07/2019, n. 51 (Disciplina dei distretti biologici), con la quale si intende promuovere lo sviluppo della coltivazione, dell’allevamento, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari biologici mediante la riproduzione del modello del distretto questa volta applicato a un territorio, dove almeno il 30% della superficie agricola utilizzata è coltivata con metodo biologico, nel quale insiste un sistema produttivo locale a spiccata vocazione agricola biologica che ne permette lo sviluppo, riconoscendo così il beneficio derivante dalla coltivazione con metodo biologico dovuto alle minori quantità di input utilizzati, nonché all’insieme delle pratiche messe in atto che garantiscono la conservazione dell’agrobiodiversità.
– Un forte investimento di circa 15 milioni e 700mila euro per la diffusione dei metodi di coltivazione di agricoltura integrata e del marchio collegato “Agriqualità toscana”.