domenica, Dicembre 22, 2024

Arezzo: Fraternita vs Comune, 1 a 0

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Arezzo è diventata come le autostrade.
In autostrada lunghi tratti mono corsia, migliaia di colonnini messi, e neanche un Ominide che lavori al presunto cantiere. In quel tratto spesso non si capisce quale sia il rischio che ha spinto a fare la mono corsia, ma dà l’idea del Stiamo Lavorando per Voi.
Arezzo è nelle solite condizioni, ma tutto deve avere un limite temporale, non si può tenere una città sotto sequestro di cantieri fermi. L’elenco è nutrito.
La rotonda di via Fiorentina, il sottopasso ferroviario che non sappiamo se un bus ci passa, il cantiere in via Filzi, la chiusura di un tratto di via Romana, la chiusura da molti mesi del gioiello dell’Anfiteatro Romano in via Crispi. Tra poco, per dare l’idea di risolvere il problema della delinquenza ai giardini Porcinai alla stazione… verranno risistemate le banchine e le aiuole. Il problema di quel posto non è l’arredo Urbano, ma l’arredo Umano che deve avere controlli e manutenzione.

E pensare che sindaco non è un poeta letterato avulso dalla realtà edile, ma è un ingegnere civile.
Ai tempi di Lucherini molte rotatorie, magari più facili, venivano aperte in una nottata.
Perla di questo tumore edile è la rotatoria di via Fiorentina, che si scopre che per fare gli attraversamenti sotterranei si sono imbattuti nelle fogne. Oibò. Sembra un messaggio divino subliminale di questa situazione. Per cui da 2,5 milioni sembra che ce ne voglia una decina, o comunque molti di più. Fermi.

I progettisti che operano su Arezzo soffrono della sindrome della talpa cieca. Ogni volta che scavano per passare sotto a qualcosa esce il problema imprevisto. Capofila di questo problema è l’indimenticato sottopasso di via Trasimeno nato per dare respiro a quella via passando sotto la ferrovia, un problemino ha fatto ripiegare in un più modesto passaggio pedonale eternamente allagato. Quindi niente passaggio di auto, problema irrisolto, ma la spesa è stata pagata.

Ma questi progettisti hanno una qualche responsabilità?

In questo girone infernale edile, dove non ci è dato neppure di respirare un tumorale cemento, in questo caso benefico, perché tutti questi lavori sono fermi, si erge una opera riuscita di un Geppetto silente che fa con umiltà e servizio. Mi riferisco a Pier Luigi Rossi, primo rettore della Fraternita dei Laici.

Ha rivitalizzato in senso positivo questa istituzione che prima della sua venuta era un buco nero nella città perché alcun Aretino sapeva bene che cosa facesse la Fraternita. Ha interpretato la sua funzione non come una poltrona politica, ma con spirito imprenditoriale portando a commercializzare i prodotti agricoli che produce in forma estremamente biologica. Questi miracoli succedono quando metti in un posto una persona che ha passione e conoscenza, degli alimenti e della storia di Arezzo.

Oggi venerdì 05 luglio la Fraternita alle ore 21 inaugura la scalinata che dal loro palazzo va in piazza. Era consumata, ma Pier Luigi Rossi ha voluto dare un suggello di significato al rifacimento che vede scalini complessivamente con una maggiore importanza. La sensazione è che è la Fraternita scenda in piazza verso gli Aretini, prima invece era la Fraternita arroccata nel suo nebuloso essere con una scalinata che non invitava l’avvicinamento. Ora si è voluto dare una ottima scusa per fare sedere le persone, e come in un emiciclo al contrario, possano guardare con calma i palazzi intorno. Una scalinata… sociale, per tramonti, colloqui, meditazione con un prosecco in mano.

Questo è un grande senso dell’opera, che pur affidandosi a tecnici, sicuramente è stato Rossi a pensarla in questo modo. In più ha combattuto con l’impulso di farla di pietra serena, bella ma fragile, e di ricorrere al travertino come fu originariamente prima di questa demolita. Pensata che equivale alla differenza di coprire una buca nelle vie con una toppa volante di asfalto ma dopo pochi mesi occorre rifare il tutto, oppure rifare quel tratto di strada per bene in modo durevole.

Eppure queste pensate edili di Pier Luigi Rossi vengono da lui che è medico, ma con la passione irrefrenabile per la storia di Arezzo. Chi ha passione autodidatta può battere spesso il mestierante del settore. Opera fatta in un solo mese! Perché chi ha commissionato ha seguito giorno dopo giorno, dimostrando che esistono tempi ragionevoli e celeri per fare le cose.

Una perla ulteriore. Pier Luigi Rossi ha fatto mettere, mentre posavano in opera i gradini, una moneta metallica da 1 euro. Porta fortuna? No. Ha fatto come la Nasa quando manda navicelle a perdersi nello spazio, sulla quale mette codici e simboli che secondo loro dovrebbero essere compresi da eventuali alieni.
Tra 300 o più anni, salvo atomiche, quando rifaranno nuovamente quella scalinata troveranno questa strana moneta.

Un messaggio nella bottiglia.
Un messaggio creativo, intelligente, visionario che è costato 1 euro.
Una finezza che alcun politico amministratore, neanche sotto allucinogeno, può avere.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,

itAlien Immigrato in Italia
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altri articoli di Piero Rossi
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George Orwell

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