lunedì, Dicembre 23, 2024

Arezzo: Lav si appella al Sindaco Alessandro Ghinelli e al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi, affinché il cane e i gatti conviventi con la gatta morta per lyssavirus possano fare rientro nella propria famiglia, pronta ed attrezzata per garantirne la sicurezza sanitaria

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Con queste parole, LAV si unisce all’appello pubblico della proprietaria degli animali al Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, chiedendo il rientro a casa della cagnolina Birba, della gatta Olivia e dei suoi tre gattini, da quasi tre mesi in isolamento presso strutture di accoglienza per animali a causa della convivenza con la gatta deceduta per Lyssavirus (un patogeno della stessa famiglia del virus della rabbia.) nel giugno scorso. LAV chiede inoltre al Governatore della Toscana Enrico Rossi di attivarsi nei confronti della ASL competente, e di fare tutto ciò che è in suo potere affinché gli animali possano trascorrere il resto della lunghissima quarantena, in sicurezza, nella loro famiglia.

“Per un cane di dieci anni, perlopiù timoroso, lo sradicamento dalla propria abitazione è particolarmente doloroso e i gattini con la loro madre necessitano senza dubbio di un ambiente più confortevole di quello che un gattile può offriredichiara Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari, che specifica – in considerazione degli spazi a disposizione della famiglia, e con una modalità di gestione degli animali che assicuri il rispetto della quarantena, sarebbe possibile alleviare lo stress e il disagio di Birba, di Olivia e dei suoi piccoli e proseguire in sicurezza il processo di osservazione sanitaria già intrapreso presso le strutture di accoglienza, alleviando lo stato di disagio che certamente stanno vivendo questi animali che, come gli oltre 14 milioni di  quattrozampe che vivono nelle case degli italiani (Euromonitor 2018), sono da considerarsi membri a pieno titolo della loro famiglia”.

La quarantena “familiare” è la soluzione che garantisce e contempera, sia la necessità fondamentale di tutela della salute pubblica, sia il benessere psico-fisico degli animali, che non avrebbero mai presentato sintomi riconducibili al Lyssavirus e sono abituati ad uno stile di vita “domestico” e profondamente legati affettivamente alla famiglia umana di appartenenza.

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