“Una riflessione seria va sempre fatta a carte ferme. Prendiamo quanto accaduto a Firenze alcuni giorni fa, dove una donna è stata fermata da alcuni vigili della municipale perché girava per il centro cittadino, con il proprio cane, senza mascherina. Pare che la donna non abbia voluto fornire le proprie generalità. Gli sarebbe inoltre stata contestata la resistenza a pubblico ufficiale. Il comportamento della donna, sia chiaro, è da condannare.
Tuttavia quanto accaduto deve far riflettere. C’è stato un impiego eccessivo di agenti, sia della municipale che della polizia di stato, con l’intervento perfino di alcuni carabinieri in borghese, il tutto per una donna che avrà compiuto anche qualche illecito, certo, ma non comportamenti delinquenziali. Un tale spiegamento di forze dell’ordine sarebbe stato giustificabile per arrestare un mafioso o un pericoloso criminale, non una donna senza mascherina, verso la quale, secondo noi, si sarebbe dovuto usare un po’ di buonsenso.
Il dialogo sarebbe stato forse più proficuo di un intervento del genere, dato che esso non ha fatto altro che innescare una protesta spontanea con evidente imbarazzo degli stessi operatori di polizia”.
Ad affermarlo è il segretario toscano del Pci, Marco Barzanti, che continua: “Un comportamento come quello tenuto dalle forze dell’ordine, oltre ad esasperare gli animi, dimostra la fragilità delle istituzioni e la loro incapacità ad avere un rapporto costruttivo e sereno con i cittadini. Già viviamo una vita di corsa, con moltissime persone che hanno problemi ad arrivare alla fine del mese, già la tensione sociale è in crescita costante a causa del covid-19, se poi le forze dell’ordine, che rappresentano lo stato, adottano comportamenti di questo tipo con la criminalizzazione del singolo cittadino che pure sbaglia, si rischia di mandare in corto circuito l’intero sistema. Basterebbe l’ascolto quotidiano dei bollettini sul covid e una reale percezione della crisi economica per indurre le istituzioni a cambiare atteggiamento. C’è bisogno da parte di tutti, ma soprattutto di chi svolge le funzioni di ordine pubblico, di una diversa sensibilità e responsabilità riguardo le problematiche che gli uomini e le donne vivono quotidianamente. Situazioni come quella di Firenze vanno evitate perché, se non comprese dalla popolazione, possono produrre conseguenze difficili da immaginare”.
Questa la conclusione di Barzanti e del Partito comunista italiano: “A Firenze, alla fine, non è accaduto nulla di socialmente grave o rilevante, ma è auspicabile che le forze di polizia, in Toscana come nel resto d’Italia, spesso solerti a sanzionare l’individuo, intervengano meno sui casi singoli, se di lieve entità, e di più sui comportamenti illegali di chi compie reati, spaccia droga od anche semplicemente non rispetta, in modo collettivo e quindi realmente pericoloso, le norme anti covid”.