sabato, Novembre 2, 2024

Beppina Bargellini, centeneria di Soci che ha legato la sua vita a quella del lanificio

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Una vita dura e intensa, una lavoratrice instancabile, un grande spirito e una autoironia contagiosa.

Questa è Beppina Bargellini classe 1922, un’altra centenaria del nostro comune. Ieri il Sindaco è andato a trovarla per portare i suoi auguri e una targa ricordo.

Nata il 29 marzo 1922 a Soci, Beppina ha sempre lavorato al lanificio simbolo del paese che era una casa, un sostegno e un punto di riferimento per lei e per tutta la comunità.

Rimasta vedova da giovanissima, ha cresciuto da sola tre figli con una determinazione che ancora oggi riemerge dalle sue parole e dai suoi occhi sempre vigili.

“Quando mio marito morì, i miei figli avevano 7,9 e 11 anni. La più grande, si fa per dire, faceva da mangiare agli altri due. Io lavoravo al lanificio e mi assegnarono una casa. Lavoravo tanto, e conoscevo tutte le macchine che c’erano là dentro. Eravamo contenti nonostante il duro lavoro perché avevamo una casa. Accanto al lanificio c’era anche un posto dedicato alle mamme, dove si poteva andare ad allattare, c’era uno spaccio aziendale per aiutare le famiglie”.

I racconti di Beppina sono preziosi e ci fanno capire tanti aspetti di una comunità, quella di Soci, che è cresciuta accanto e intorno a questa fabbrica dove nasceva il bellissimo Panno Casentino. Il suo racconto ci mostra lo spirito di un paese laborioso, forte, solidale.

Beppina, nonna e bisnonna, ha ancora tanto da dire e da dare. Spiritosa e divertente, ha scherzato anche sul “bacio” del sindaco.

Sulla guerra che lei ha vissuto e adesso torna a vedere in tv Beppina commenta: “Non riesco a guardare quelle immagini, mi fanno stare male e non le capisco”.

Il Sindaco Filippo Vagnoli commenta: “Beppina è una persona incredibile. La sua forza e la sua ironia dovrebbero essere di insegnamento a tutti in un momento durissimo che facciamo fatica a comprendere. Anche lei è stata testimone e ha vissuto sulla propria pelle molte tragiche vicende sia personali che storiche, eppure ha saputo trasformare dolore, incertezza, disperazione in qualcosa di più grande. Questo significa anche rimanere giovani nello spirito, essere capaci di portare un messaggio al di là del tempo. Esserci nella presenza nel dare speranza a tutti noi. Grazie Beppina”.

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