di Andrea Giustini
Il problema dei borseggi sulle linee metropolitane delle grandi città ai danni di persone fragili, cittadini comuni e anche di turisti, anima già da settimane la politica e il dibattito pubblico italiano, soprattutto a seguito del contestatissimo intervento social di Monica Romano, consigliera PD del Comune di Milano, che, a riguardo, aveva paragonato i video fatti da cittadini esasperati alle violenze di fronte al Liceo Michelangiolo di Firenze o alla tragedia a Cutro.
«Le cittadine e i cittadini che sanno davvero che cos’è il senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le telecamere perché non è così, trasformando le persone in bersagli, che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti a un liceo di Firenze e nelle acque di Cutro», aveva commentato la consigliera.
Si è creata una spaccatura molto particolare nel Paese. C’è chi ritiene sia giusto che vengano documentati i crimini e chi invece sostiene sia sbagliato anche perché, dato che i borseggiatori ripresi sono spesso di etnia rom, la cosa istigherebbe all’odio etnico. Qualche eco della diatriba in atto si è sentito anche qui ad Arezzo.
«Il problema non sono i borseggiatori che rubano nelle metropolitane, ma coloro che li riprendono. Posizione politica del PD. Rete 4. Adesso. Anno Domini 2023. E fu sera e fu mattina, domani è un altro giorno ma è più che certo che con una sinistra cosi…non se ne esce via». Lo ha scritto ieri sera il Vicesindaco di Arezzo, Lucia Tanti.
Il Vicesindaco commentava il dibattito mandato in onda a Zona Bianca, il programma su Rete 4 condotto da Giuseppe Brindisi. Fra gli ospiti della puntata c’era anche Mattia, giovane “finito nel banco degli accusati” proprio perché quotidianamente riprende col suo cellulare quanto succede nella metropolitana di Milano.
Erasmo Palazzotto, del Partito Democratico, ha dichiarato che secondo le statistiche “i borseggiatori sono in stragrande maggioranza cittadini italiani”. «Il punto – ha detto su chi ruba – non è se sono borseggiatrici di origine rom. Stiamo discutendo solo di borseggiatori rom, di campi rom. La soluzione non è creare questo clima di odio che arriva fino a linciaggi nei mezzi pubblici. Qui bisogna intervenire dal punto di vista della sicurezza, la richiesta da fare non è quella di fare altri video e di creare questo clima, ma di denunciare alle forse dell’ordine e di chiedere un maggiore presidio dei mezzi pubblici, queste solo le soluzione per contrastare il crimine a prescindere da chi lo commette».
In modo analogo ha parlato l’attivista Djana Pavlovic, scagliandosi contro chi filma quanto avviene nei mezzi pubblici: «Oggi ho parlato con alcune donne in un campo di Milano che non hanno precedenti penali, due di loro sono salite sul tram a Gratosoglio e sono state linciate perché “riconosciute come zingare”, e sono state cacciate dal tram. Queste donne sono state aggredite per sua e di chi strumentalizza questo fenomeno. Chiunque viene riconosciuto come rom da chiunque di questo paese, su qualsiasi mezzo, può essere additato come borseggiatore rom e la gente gli scatena contro. Ho visto video con 15 persone che circondano una ragazza, questa è incitazione all’odio».