“Confrontarsi, dialogare, organizzarsi, unirsi appare, oggi, ancora più necessario e urgente.
Mettere in discussione il presente, la società, basata su rapporti di forza, imperii, potere, profitto. Sollevare dubbi, interrogativi, anche dissensi e proteste.
Costruire, quindi, una comunità diversa, fondata sulla cura, sulla solidarietà, sulla pace.
Casentino Antifascista, anche quale aderente al percorso della Società della Cura ed in collaborazione con ARCI Arezzo, invita tuttə a partecipare all’iniziativa organizzata per venerdì 4 marzo dalle 18 e 30, presso il Centro Sociale di Bibbiena Stazione.
Saranno con noi:
– rappresentanti del Collettivo di Fabbrica della (ex) GKN di Campi Bisenzio;
– Antonella Bundu, consigliera comunale del Comune di Firenze, gruppo Sinistra Progetto Comune;
– Lorenzo Cresti, dottorando in economia dell’Università Sant’Anna di Pisa, esperto di politiche industriali.
Si cercherà di lasciare ampio spazio al dibattito, che vuole coinvolgere, prima di tutto, lavoratori e lavoratrici del territorio, ma anche attivistə per i diritti umani, studenti, studentesse, realtà della cooperazione e del sociale, rappresentanze sindacali.
A seguire la musica di Lele Abi, con il suo handpan.
La vicenda GKN Firenze:
GKN è una multinazionale britannica che si occupa principalmente della realizzazione di componenti destinate alle industrie del settore automobilistico, grandi macchine, macchine agricole e mezzi per il movimento terra, e quello aerospaziale.
Opera in oltre 30 Paesi con 51 stabilimenti produttivi e oltre 27.500 dipendenti. Tra i suoi vari stabilimenti ne ha due anche in Italia, uno a Campi Bisenzio, Firenze (acquistato dalla Fiat), e uno a Brunico, Bolzano.
Nel 2018 la società viene acquisita da un grande fondo di investimento finanziario, Melrose Industries, e per lo stabilimento italiano (GKN Driveline Firenze) arrivano i problemi.
Dopo vari annunci di ristrutturazioni, il 9 luglio 2021 i dipendenti di Campo Bisenzio ricevono via e-mail la comunicazione di licenziamento.
GKN, però, come molte altre imprese, non è affatto in crisi, ha mercato e lavoro, vuole solo delocalizzare perché più vantaggioso.
I lavoratori non ci stanno, non ci stanno a far spazzare via, con un’e-mail, la loro vita, le loro famiglie, la loro storia, il territorio, la comunità, assieme a pezzi di politica industriale italiana.
Sono molto organizzati.
Dal 2007 i rappresentanti sindacali sono uniti in un Collettivo di Fabbrica, che conta fino a 30 persone e di cui fanno parte anche 12 “delegati di raccordo” (scelti ogni 12 mesi cercando di garantire una turnazione tra tutti i lavoratori) con la funzione di seguire l’organizzazione del lavoro reparto per reparto, turno per turno, e costruire, così, un legame più attento e solido tra il Collettivo e l’Assemblea dei lavoratori, in cui si riuniscono tutti i lavoratori.
Occupano la fabbrica, iniziano turni per presidiarla e salvaguardare i macchinari, iniziano ad organizzare una resistenza ad oltranza, cercano e trovano il sostegno di una grandissima comunità (sindacalisti, lavoratori, lavoratrici, studenti, familiari, amici, attori, attrici, musicisti, circoli, ristoranti, negozi, addirittura la Protezione Civile, che installa una cucina da campo).
Seguono la via giudiziaria, impugnando i licenziamenti, la via istituzionale, ricevendo il supporto del Comune di Campi Bisenzio, della Regione (in qualche maniera), dal Governo (a parole), la via propriamente politica, cercando di sollecitare una risposta collettiva.
E ci riescono.
Il 18 settembre 2021 organizzano a Firenze una manifestazione come non si vedeva da anni. Portano in piazza non solo la loro situazione, ma anche quella degli altri lavoratori che stanno subendo la stessa sorte (quelli della Whirpool, della Bakaert, di Alitalia, di Gianetti Ruote etc.), denunciano le condizioni disastrose del mondo del lavoro, la fine della politica industriale italiana, l’atteggiamento predatorio delle multinazionali, la repressione dei diritti (non solo del lavoro e sul lavoro), chiedono che lo Stato torni a tutelare le persone, le ricchezze del Paese, che sia pensata un’industria sostenibile e in armonia con l’ambiente e la comunità.
40.000 persone si uniscono dietro ad un’unica bandiera, che chiede e afferma di INSORGERE.
Il 20 settembre la prima vittoria formale. Il Tribunale di Firenze accoglie il ricorso presentato dalla Fiom Cgil, accertando la condotta antisindacale della società e revocando il licenziamento.
Continuano ad organizzare riunioni, assemblee, incontri con l’Università e la Ricerca (costruendo, con l’aiuto di ingegneri ed economisti, un piano di reindustrializzazione e proponendo la costruzione di un polo della mobilità sostenibile), incontri con alcuni autorevoli giuristi insieme ai quali scrivono una norma anti-delocalizzazioni, poi presentata in Parlamento grazie a deputati di Sinistra Italiana, Gruppo Misto e Potere al Popolo (e svuotata con la manovra di bilancio).
Il 23 dicembre l’annuncio dell’acquisizione di GKN Driveline Firenze da parte di Qf S.p.A. (del Gruppo Borgomeo) che dovrebbe traghettare lo stabilimento verso una reindustrializzazione (si parla di una possibile acquisizione da parte di un’azienda di macchinari per farmaci o di una di componenti per energie alternativa).
Di pochi giorni fa l’ultima notizia.
L’Assemblea dei lavoratori ha approvato, quasi all’unanimità, l’accordo quadro raggiunto al Ministero per lo Sviluppo Economico, che ha una portata storica.
Tra le altre cose, i lavoratori ottengono
– che, se entro fine agosto non si dovesse concretizzare la reindustrializzazione, Qf S.p.A. dovrà procedere direttamente alla reindustrializzazione con intervento di altri investitori o del capitale pubblico (con Invitalia);
– che sia formata una commissione di proposta e verifica sulla reindustrializzazione (dove è presente la rappresentanza sindacale) che può avanzare proposte in merito alla reindustrializzazione, così come richieste di verifica. La commissione dovrà, altresì, essere messa a conoscenza dei fondi pubblici utilizzati, che devono comunque essere vincolati a mantenere l’occupazione ad oggi esistente.
Non è, però, finita qui.
Non solo perché dagli accordi si deve passare ai fatti (tutti da verificare) ma anche perché i lavoratori della (ex) GKN hanno sempre avuto chiaro che la vicenda non riguarda solo il loro posto di lavoro, ma i rapporti di forza della società e la società intera stessa.
Per questo hanno iniziato a girare l’Italia per comprendere più a fondo i problemi che vive il Paese (ed i paesi), lanciando una proposta, a cui, anche noi, abbiamo aderito nella maniera più convinta: una grande Manifestazione, il prossimo 26 marzo a Firenze, per dire che no, non ci stiamo a subire questo stato delle cose e che non rinunceremo ancora e ancora a vedere realizzati i nostri sogni.
Hanno comunicato la loro adesione:
Arci Arezzo
Arci Servizio Civile Arezzo
Associazione Tahomà
CGIL Arezzo
Chimera Arcobaleno Arcigay Arezzo
FdS-Federazione degli studenti provincia di Arezzo
Fronte della Gioventù Comunista – Arezzo
Partito Comunista dei Lavoratori – Sezione di Arezzo
Sinistra Italiana Arezzo
Valdarno Antifascista
Vivere Insieme Casentino
Per adesioni scrivere a casentinoantifascista@protonmail.com