“Non è un paese per vecchi” (No Country for Old Men), film del 2007, scritto e diretto dai fratelli Coen venne canditato agli Oscar vincendone alcuni.
La recente notizia delle dimissioni di Giuliano Amato dalla Presidenza della Commissione Algoritmo (chiamata anche Comitato sull’Intelligenza Artificiale per l’editoria) porta l’attenzione sulla esistenza di questa entità voluta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per studiare le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale e l’impatto di questa tecnologia sul mondo del giornalismo e dell’editoria.
Il compito della Commissione è scrivere una relazione da consegnare al Governo Meloni permettendo all’Italia di affrontare il delicato tema dell’intelligenza artificiale visto che presto il lavoro delle redazioni e delle aziende del comparto potrà essere controllato dai computer che scriveranno testi oppure realizzeranno video indistinguibili dalla realtà o addirittura mai esistiti. Molto presto troveremo anche siti, social e blog di informazione che utilizzeranno contenuti creati dall’intelligenza artificiale senza comunicarne l’origine “artificiale” ed attualmente non vi è nessuna regolamentazione per avvisare i lettori che stanno guardando qualcosa prodotto da un algoritmo.
Nominato ad ottobre 2023, Giuliano Amato il “Dottor Sottile” ai tempi di Bettino Craxi, è stata la scelta italiana di un vero esperto di 85 anni, quando in Inghilterra il governo ha nominato Ian Hogarth, 38 anni, laureato ed imprenditore, inserito dalla rivista Time fra le 100 persone più influenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Dopo le dimissioni di Amato, viene scelto il teologo francescano Padre Benanti, consegnando in tal modo la Presidenza della Commissione Algoritmo ad un uomo di Chiesa con un eccellente curriculum: specialista di etica delle tecnologie, membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite, consigliere di Papa Francesco sull’IA.
Padre Benanti, oltre ad essere a capo della Commissione Algoritmi, figura come membro del Comitato di Coordinamento per l’Intelligenza Artificiale voluto da Alessio Butti sottosegretario all’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione con l’obiettivo di contribuire a definire la strategia nazionale sull’Intelligenza artificiale.
Quest’ultima entità non va infine confusa con la delegazione del Comitato per la documentazione della Camera dei Deputati che ad ottobre scorso si è recata in missione a Seattle e San Francisco presso Microsoft ed Amazon, per una serie di incontri ad alto livello sulle potenzialità e gli sviluppi dell’intelligenza artificiale nel settore della documentazione e delle tecnologie avanzate.
Da tutta questa vicenda se ne traggono tre considerazioni.
La prima: è vero che ad ogni Commissione o Comitato è stata attribuita una specifica missione ma il delicatissimo tema della Intelligenza Artificiale non sembra tenere conto del criterio della semplificazione con tutte queste Commissioni, sparcellizzando i compiti e le finalità.
La seconda: tra brillanti 85enni ed importanti teologi non sembra esservi spazio per giovani e tecnici in ruoli centrali per un tema così invasivo ed invadente.
La terza ed ultima: la visita istituzionale presso Amazon lascia l’amaro in bocca perché fotografa ancora una volta una politica succube dell’economia. Dovrebbe essere il venditore a recarsi presso le Istituzioni e non le istituzioni che rappresentano il popolo a farsi guidare in una sorta di giro turistico-commerciale. Ciò che rende grande una Nazione è possedere una visione politica che poi viene realizzata anche dall’economia e non l’opposto. Il Popolo sovrano vorrebbe assistere ad un rapporto dove è la politica a primeggiare sull’economia e non sapere quali sono, in poche parole, gli ultimi gingilli che le Istituzione possono utilizzare.