Compie oggi e brillantemente, in piena salute, 104 anni Bruno Bertoldi di Bolzano, l’ultimo testimone dell’eccidio nazista dell’isola greca di Cefalonia, nel quale persero la vita, su ordine diretto di Hitler, oltre 8.000 soldati italiani. Bertoldi, la cui storia è più incredibile di quella di un film, è divenuto noto a livello nazionale grazie al libro dello scrittore valdarnese Filippo Boni “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia, dai lager nazisti ai gulag sovietici, l’incredibile storia di un eroe qualunque”, edito per Longanesi di Milano nel 2019. Testimone di un’esperienza di vita straordinaria e di scelte fondamentali, a Cefalonia e, successivamente, nei Lager nazisti e sovietici, Bertoldi sopravvisse ai peggiori orrori del ‘900 durante il secondo conflitto mondiale e riuscì a superarli con tenerezza e spirito di sacrificio. È una Liliana Segre di cui troppo poco oggi è stato parlato. La storia degli Imi, infatti, quella degli internati militari italiani, è stata assolutamente sottovalutata e spesso ingiustamente dimenticata.
“È stato un onore per me aver incontrato Bruno e avere avuto la possibilità di scrivere la sua incredibile esperienza – ha detto Boni -. Gli auguri a Bruno per il suo 104° compleanno non sono solo un fatto privato o un doveroso omaggio ad una persona speciale, ma un impegno affinché la sua scelta sia feconda anche nella società di oggi che vive un’epoca molto complessa e nella quale la parola “guerra” è purtroppo tornata prepotentemente e violentemente attuale anche alle porte d’Europa. È giunto il momento storico che alla Divisione Acqui, agli Internati Militari Italiani e militari e civili caduti negli scontri seguiti all’8 settembre, in quello che rappresentò l’inizio della Resistenza, sia dedicato tutt’altro spazio a livello storiografico e che magari venisse loro eretto un monumento nazionale, perché la loro storia troppo spesso è stata dimenticata”.