Nuovo appuntamento martedì 22 ottobre con il ciclo di conferenze sui feudi del territorio aretino durante l’età moderna, organizzato dalla Società storica con il patrocinio del Comune di Arezzo.
Alle ore 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, Moreno Massaini parla della contea di Urbech, oggi Papiano nel Comune alto-casentinese di Pratovecchio Stia. Curato da Luca Berti, il ciclo si propone di indagare struttura, rilevanza e consistenza dell’istituto feudale nella Toscana moderna, e in particolare nel territorio aretino, fino alla fine del Settecento, prima con i Medici, poi con gli Asburgo-Lorena subentrati nel 1737 nel governo del granducato.
La contea di Urbech ha avuto un forte intreccio in termini sia territoriali che istituzionali con le signorie feudali di Porciano e di Palagio (Stia), anch’esse appannaggio dei conti Guidi del ramo di Modigliana.
Dagli ultimi anni del Trecento si formarono tre diramazioni di questi conti, titolari rispettivamente di Porciano, Palagio e Urbech.
Nel 1402 e nel 1443 le prime due signorie cessarono di esistere trasformandosi in Comuni sottomessi a Firenze a seguito di un’accomandigia del 1349.
In effetti a partire dalla metà Trecento furono tutte le signorie dei conti Guidi ad essere spazzate via dal Casentino entrando a far parte del vicariato fiorentino con sede a Poppi, con la sola eccezione della minuscola contea di Urbech.
I suoi titolari avevano poteri di antica origine anche fuori del territorio di pertinenza, ma nel 1565, per decisione del duca Cosimo I dei Medici, i nuovi conti di Urbech, subentrati ai Guidi, vennero confinati fra i monti dell’Appennino tosco-romagnolo, allargando il loro territorio di pertinenza, ma venendo costretti a rinunciare ad ogni potere sulle comunità limitrofe. Tutto ciò perdurerà fino all’abolizione del feudo in epoca leopoldina.
Moreno Massaini, casentinese, è laureato in Fisica presso l’Università di Firenze. È stato docente presso Istituti statali d’istruzione superiore e poi dirigente scolastico nelle province di Arezzo e di Grosseto.
Cultore di storia locale, predilige lo studio dell’alto Casentino e dei suoi legami con il territorio maremmano.
Ha partecipato a progetti di recupero e valorizzazione del fenomeno della transumanza dall’Italia centrale alla Maremma e pubblicato oltre trenta lavori, fra articoli, saggi e libri, uno dei quali sulla storia di Urbech e di Papiano.
Il ciclo di conferenze proseguirà, sempre all’Auditorium Ducci, fino all’inizio del mese di dicembre.
Dopo una pausa di due settimane, il 12 novembre Stefano Calonaci relazionerà su due realtà feudali del Valdarno Superiore (la baronia della Trappola e il marchesato di Bucine), mentre Ilaria Marcelli analizzerà l’evoluzione della contea poi marchesato di Monte San Savino (19 novembre).
L’attenzione si sposterà poi su una famiglia titolare di vari feudi, i Lotteringhi della Stufa (Carlo Vivoli), e sull’avversione ripetutamente dimostrata dal patriziato aretino di fronte alle ipotesi di creare nuovi feudi nel territorio prossimo alla città (Luca Berti).
Le conferenze della Società storica aretina sono ad ingresso libero e gratuito.