di Roberto Fiorini
Che cosa ci fa il nuovo album di Francesco Guccini – un disco di canti anarchici intitolato Canzoni da intorto – al quarto posto della classifica FIMI degli album più venduti della settimana e al secondo posto in quella dei vinili?
Francesco Guccini è una roba da vecchi, da gente ancorata ai ricordi dei cantautori degli anni settanta che amano ancora un ottantaduenne, anarchico nell’anima, posizionato saldamente in una certa parte politica e sociale, da sempre.
Collocarlo oggi nel panorama della discografia è una missione impossibile.
Un mercato monopolizzato da ragazzini che escono dai talent, da teenager che escono da youtube, da fenomeni dell’hip hop che escono dalle cantine e da rapper che escono non si sa bene da dove.
Insomma, un mercato nel quale non c’è certo posto per il vegliardo Francesco Guccini.
Ed invece dopo tre settimane dall’uscita del disco, a dieci anni da L’ultima Thule, ecco che il nuovo lavoro di Guccini è già certificato Disco d’Oro.
Canzoni da intorto è l’unica uscita discografica che non si può ascoltare in streaming sulle piattaforme.
Un disco destinato esclusivamente alla vendita.
Francesco Guccini ha deciso di rimanere del tutto fuori da fibra internet, computer e smartphone.