sabato, Novembre 2, 2024

Cosa ha dichiarato il Vladimir Putin nell’intervista a Tucker Carlson

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Il 6 febbraio scorso il Presidente Russo Vladimir Putin ha rilasciato una lunga intervista di circa due ore al giornalista americano Tucker Carlson. La notizia forse non è circolata con la dovuta importanza perché subito dopo si è svolto il Festival di Sanremo ma adesso che si sono spente le luci dello spettacolo nazional popolare potremmo anche dedicarci a comprendere cosa accade fuori dal cortile di casa nostra e l’intervista di Putin è un’ottima occasione.

Gli argomenti trattati sono tutti di estrema importanza per capire l’Italia dove è stata, forse a sua insaputa, collocata nella attuale scenario geo-politico. L’intervista inizia con l’esposizione delle ragioni storiche e di quelle attuali che hanno portato al conflitto in Ucraina ponendosi il dubbio se oggi Zelenskyj abbia la libertà di negoziare la soluzione di questo conflitto vista la forte ingerenza della Nato, dell’amministrazione americana di Biden e gli ingenti finanziamenti U.E.

Continua illustrando il mondo multipolare che si è venuto a creare al di fuori delle mura dell’Occidente e che ancora rifiuta di prenderne atto. Su questo argomento si innesta bene il progetto dei BRICS e l’attuale declino del dollaro americano.

Insomma ascoltando l’intervista, nonostante duri due ore, si ha la piacevole impressione di ascoltare qualcosa di vero e di autentico. Certo, non dimentichiamo che giustamente il Presidente della Russia porta avanti gli interessi della propria nazione ma ci vuole poco a capire la bontà della maggior parte delle proprie esternazioni.

Come nel caso del Nord Stream, il gasdotto che è esploso impedendo l’arrivo del gas russo in Europa, Putin, senza entrare nei dettagli, invita a cercare chi fosse stato interessato alla distruzione dello stesso – di certo non la Russia – ed a cercare chi aveva le capacità per farlo esplodere “… in questo caso non bisognerebbe cercare solo qualcuno che sia interessato, ma anche qualcuno che abbia le capacità. Perché possono esserci molte persone interessate, ma non tutte sono in grado di sprofondare nel fondo del Mar Baltico e provocare questa esplosione. Queste due componenti dovrebbero essere collegate: chi è interessato e chi è capace di farlo…”.

Il dichiarato obiettivo di Putin di “denazificare” l’Ucraina appare poi non meno eclatante. Spiega, infatti, che con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale una parte ucraina estremamente nazionalista collaborò con i nazisti: fu così che i collaborazionisti ucraini di Hitler fecero il lavoro sporco di sterminio della popolazione polacca ed ebraica. Personaggi come Bandera, Shukhevich sono diventati eroi nazionali in Ucraina a cui sono stati eretti monumenti ed i loro nomi sono gridati dalle folle un pò come le manifestazioni che avvenivano nella Germania nazista. Visto il pericolo occorre impedire la diffusione del concetto nazista.

A conferma della nazificazione di una parte della Ucraina, nel dettaglio, Putin riferisce di quando a fine settembre 2023 il Presidente Ucraino visita il Canada. In quella occasione il Presidente del Parlamento canadese, Anthony Rota, in occasione del discorso di Zelensky, ha invitato ad assistere dalla tribuna del parlamento un ex-membro di un’unità di volontari ucraini associata alle SS naziste, un immigrato 98enne di origine ucraina, Yaroslav Hunka, apprezzandolo pubblicamente e definendolo “un eroe” con l’invito ai deputati a tributargli un’ovazione. In effetti i video e gli articoli attestato una “standing ovation” cioè l’applauso in piedi di tutto il parlamento.

Di fronte a ciò Putin afferma come “ … quest’uomo (n.d.a. Yaroslav Hunka) prestava servizio nelle truppe delle SS. Ha ucciso personalmente russi, polacchi ed ebrei. Le truppe delle SS erano costituite da nazionalisti ucraini che facevano questo lavoro sporco. Il Presidente dell’Ucraina si è alzato insieme all’intero Parlamento canadese e ha applaudito quest’uomo. Come si può immaginare questo? …”

Conclude Putin che anche durante i negoziati a Istanbul era stato concordato che il neonazismo non sarebbe stato coltivato in Ucraina e che sarebbe stato vietato a livello legislativo “… non c’è nulla di umiliante per l’Ucraina in quanto Stato moderno e civile. In qualche Stato è consentito promuovere il nazismo? Non lo è, vero? Questo è tutto!

No signor Presidente! A dire il vero non è tutto perché una domanda finale dobbiamo rivolgerla a noi stessi per non essere impreparati un domani davanti ai nostri figli.

Perché la classe politica italiana ci ha trascinato in un conflitto che ci contrappone alla Russia e che il popolo italiano non desidera?

Come è stato possibile la creazione di pubbliche liste di filo-putiniani solo per avere espresso dubbi su un conflitto inutile e dall’esito scontato?

Perché l’Italia che è costituzionalmente anti-nazista ha finito con il sostenere economicamente e militarmente, con le nostre tasse, una nazione che in parte è da “denazificare”?

Ultima domanda ma non per importanza sul gasdotto Nord Stream: “chi è interessato e chi è capace di farlo…?”.

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