Trentacinque anni, pakistano, A.M.S., uno dei tanti presenti in Italia che cerca di cullare al meglio le proprie speranze, poi, però, la feroce realtà di una quotidianità in un paese lontano, l’Italia, dove secoli di differenze civili, storiche e sociali minano la lucidità ed i voleri delle giovani speranze.
E’ accaduto ad Arezzo dove, in preda ad una crisi mistica, dopo aver commesso nel pomeriggio del primo settembre, svariati reati – dal danneggiamento alle percosse – circondato dagli agenti delle volanti che intendevano tranquillizzarlo indicandogli di gettare il grosso coltello da macelleria che stava impugnando, il giovane ha pronunciato “oggi devo fare quello che mi chiede il mio dio” scagliandosi sugli agenti e tentando di colpirli: colpito immediatamente dal dardo del Taser è crollato e così reso innocuo.
Immediate le procedure di rimpatrio dell’Ufficio Immigrazione e, a seguire, il pakistano ha subìto la convalida procedurale dell’Autorità Giudiziaria ed il conseguente Nulla Osta all’espulsione che, dopo una breve permanenza al Centro per i Rimpatri di Torino, è definitivamente conseguita il 15 novembre u.s.