Un progetto per la riabilitazione dei bambini con i disturbi di apprendimento specifici (DSAp) che ha portato all’abbattimento delle liste d’attesa e ottenere risultati importanti in termini di efficacia. Si chiama “Proteneuco” e lo hanno messo a punto neuropsichiatri e psicologi dell’Unità funzionale salute mentale infanzia e adolescenza di Arezzo (Ufsmia) diretta dal dr. Luciano Luccherino, con la collaborazione l’Università di Firenze. Un progetto di tele-riabilitazione che ha cominciato a muovere i primi passi a fine 2019 e che ha visto la luce proprio durante il periodo del lockdown, ottenendo il finanziamento della Regione Toscana nell’ambito del “Bando ricerca covid-19 Toscana”.
«Un progetto – spiega la dr.ssa Valentina Scali, logopedista, direttore Uop Riabilitazione Funzionale infanzia adolescenza Area Aretina – che ci ha permesso di abbattere le liste di attesa e coinvolgere attivamente i genitori del bambino nel processo di riabilitazione. Già prima della pandemia ci eravamo accorti dei lunghi tempi di attesa fra la diagnosi di DSAp e la prima seduta di riabilitazione. E’ nata in questo modo l’idea di utilizzare la piattaforma digitale, RidiNet della Cooperativa Anastasis di Bologna, così da permetterci di ottimizzare la riabilitazione in termini di efficienza ed efficacia».
E i risultati hanno dato ragione all’intuizione dei professionisti coinvolti nel progetto. «La piattaforma RidiNet – prosegue Scali – ci ha permesso di azzerare le liste di attesa con maggiore efficacia in termini di risultati. La tele-riabilitazione permette allenamenti giornalieri, il coinvolgimento di più attori fra cui i genitori, con incremento della motivazione del paziente e minori costi per la famiglia».
«L’innovazione digitale – dice Simona Dei, Direttrice Sanitaria Asl Tse – ha permesso di accorciare le distanze durante il periodo Covid. Oggi queste esperienze sono entrate a fare parte della cassetta degli attrezzi dei professionisti sanitari consentendo loro di entrare direttamente nelle case dei bambini. Mi auguro che questa esperienza venga proseguita e che i bambini che hanno partecipato al progetto siano soltanto i primi fra quelli della Asl Tse che ne hanno bisogno».
«Siamo fieri del progetto sperimentale portato avanti dall’UF SMIA della Zona Aretina – conferma Giuliana Galli, direttore Dipartimento salute mentale Asl Tse – e che gradualmente sta coinvolgendo tutte le UUFF SMIA dell’Azienda Tse. Sicuramente un notevole passo avanti verso un futuro dove sarà sempre più importante integrare le tecnologie digitali nei nostri percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi».
A sottolineare il nuovo ruolo delle tecnologie è anche la dr. Susanna Giaccherini, responsabile UOC Psicologia Area Aretina: «Continueremo a privilegiare il rapporto diretto con i nostri utenti e le nuove tecnologie andranno a affiancare ed integrare i percorsi terapeutici e riabilitativi in presenza. Inoltre, grazie alla convenzione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze e alla prof. Chiara Pecini, è stata avviata una attività di ricerca sulle nuove prospettive dell’utilizzo di prodotti digitali nei percorsi di valutazione neuropsicologica».
«Il lockdown rischiava di interrompere un percorso riabilitativo già avviato – asserisce Daniela Cardelli, direttore Dipartimento professioni tecnico sanitarie della riabilitazione e prevenzione –. Le tecnologie ci hanno permesso di dare continuità a questi percorsi, ed una volta finita l’emergenza, di mettere a sistema questa esperienza che coinvolge la famiglia, che diventa così parte attiva del percorso».