FORLÌ – Nessuna visita medica e nessuna patologia effettiva, ma comunque in tasca un documento, fasullo, per certificare l’esenzione dall’uso della mascherina se non addirittura dalla vaccinazione contro il Covid-19. E in un paio di casi utilizzato per il ricorso contro una sanzione. La Questura di Forlì-Cesena porta allo scoperto un presunto giro illegale di shopping sanitario nell’ambito delle misure di contrasto alla pandemia, con 23 persone coinvolte, tra cui un medico genovese, Roberto Santi, già sospeso dal suo Ordine, che secondo le accuse forniva le false certificazioni, e tre sanitari, di cui uno sospeso. Mentre il profilo di due persone è ancora al vaglio dell’Autorità giudiziaria.
Come hanno spiegato questa mattina alla stampa il vicequestore Enrico Gardini e il capo di gabinetto Maurizio Maccora, l’indagine parte da Forlì e coinvolge altre province e regioni, così come minorenni per l’utilizzo dei falsi attestati in ambito scolastico. E altri filoni potrebbero aprirsi, dunque, ad altre latitudini. I reati contestati sono falso in certificazione, ricettazione e uso di atto falso. L’attività di indagine, spiega la Polizia, scatta lo scorso aprile a Cesena nell’ambito dei controlli, “serrati e con diverse sanzioni”, ai partecipanti ai No paura day. Fermato, un manifestante residente a Forlì esibisce un certificato medico di esonero dall’utilizzo della mascherina che insospettisce gli agenti e viene sequestrato. Partono così le verifiche su social e chat riconducibili alla galassia no mask-no vax-no green pass dove circolano informazioni per ottenere documentazioni compiacenti. La Questura apre un fascicolo e si procede ai primi accertamenti per avvalorare la teoria investigativa sulla possibilità di acquistare falsa documentazione da un medico della provincia di Genova, tra l’altro salito sul palco a Cesena del primo No paura day.
Gli accertamenti proseguono così sulla posizione di altre persone che si erano procurate certificati dal medico genovese e non dal loro medico di famiglia, documenti tutti uguali se non per il nome e anche con alcune controindicazioni all’uso della mascherina in disaccordo con le direttive Oms e del Sistema sanitario nazionale. A Forlì viene scoperto un altro caso, altri due riguardano un residente nel milanese e uno nel modenese che avevano allegato la falsa documentazione al ricorso in Prefettura contro una multa per mancato uso della mascherina. Altri quattro documenti fasulli vengono depositati in altrettante scuole, tre riguardanti minori e uno un insegnante.
Così, una decina di giorni fa la Questura opta per 13 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, sequestrando 14 certificati medici, di cui sei per l’esenzione dalla vaccinazione anticovid, tre a operatori sanitari e tre a commercianti. A conferma dunque che il medico si sarebbe adeguato alle richieste, rispondendo sempre con grande velocità una volta ottenuto il bonifico per la documentazione, tra i 50 e gli 80 euro.
Quasi impossibile, almeno per ora, quantificare però quanto incassato dal medico geneovese, ma secondo le ipotesi degli inquirenti sarebbero centinaia le documentazioni fasulle in tutta Italia. Documentazioni che non è detto non circolino più. Di certo sull’uomo è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Genova a settembre. Gli indagati, precisano Gardini e Maccora, non sono tutti attivisti o partecipanti alle manifestazioni che, spinti magari dalla paura per le conseguenze da mascherine e vaccino, non sono riusciti a trovare in altro modo l’esenzione. Il tutto però, precisano gli investigatori, in piena consapevolezza.
Agenzia DIRE
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