lunedì, Dicembre 23, 2024

Green Pass: le contraddizioni del tanto “amato” lasciapassare

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di Stefano Pezzola

Italia è sinonimo di arte, storia e cultura, una nazione il cui popolo, da sempre, si è contraddistinto per l’estro e la creatività. Alcuni dei più famosi autori e artisti al mondo, insieme a tantissime meraviglie geografiche e storiche, l’hanno resa un luogo unico e fantastico, nonché la culla di romanzi avvincenti, suggestivi, talvolta al limite del reale.

Il Covid-19 ha scritto (e sta scrivendo tuttora) alcune delle pagine più terribili della nostra storia, un labirinto impervio senza via d’uscita. In molti speravano in un “glow up” quasi definitivo, la cosiddetta “luce in fondo al tunnel”, ma così non è stato. O meglio, ad un romanzo a metà strada tra l’horror e la fantascienza se ne è aggiunto uno nuovo, di recente uscita, la cui trama ricorda per certi versi una delle storie più famose al mondo: “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare. Certamente, nel nostro caso, non è l’amore a fare da filo conduttore, ma il profondo contrasto tra due opposte fazioni che ricorda molto quello tra Montecchi e Capuleti, due nobili famiglie veronesi che per generazioni si sono osteggiate senza tregua.

I Montecchi e i Capuleti dei giorni nostri si chiamano “pro vax” e “no vax”, due schieramenti che da mesi ormai lottano inesorabilmente a suon di accuse reciproche e verità assolute, con i politici che, dall’alto del loro potere incontrastato, sembrano assistere divertiti a tutto ciò, incuranti delle contraddizioni delle loro scelte. Il titolo del romanzo, invece, potrebbe essere “Il ‘lasciapassare’ più amato dagli Italiani”.

La storia recente narra che il decreto approvato in Consiglio dei ministri renderà obbligatorio, dal 15 ottobre, il Green Pass anche per i lavoratori pubblici e privati, allargando così l’obbligo che finora era stato introdotto per una serie di attività: bar e ristoranti al chiuso, palestre, piscine, musei, teatri, cinema, concerti, sagre, fiere, concorsi pubblici. L’obbligo di certificazione verde è valido dal primo settembre per i mezzi a lunga percorrenza come aerei, autobus e treni. Da ottobre, però, varrà anche per magistrati, colf, badanti, elettricisti, idraulici e tutti i dipendenti pubblici.

Restano, tuttavia, degli ambiti in cui la certificazione non sarà obbligatoria. Per inattivi e disoccupati, non avendo obblighi relativi al luogo di lavoro. Per entrare nei supermercati e nelle farmacie, così come per chi accede ai negozi e ai centri commerciali per effettuare acquisti. Per under 12 e gli studenti delle scuole. Per muoversi sui trasporti locali. Per entrare in Chiesa o in un tribunale (l’obbligo è riservato solo agli avvocati dello Stato).

Questi sono solo alcuni degli esempi che mostrano, purtroppo, le contraddizioni di una storia sempre più intrisa di lati oscuri. La verità è che il virus, ahimé, continua a circolare ovunque, senza risparmiare nessun luogo o nessun essere vivente, ragion per cui è troppo approssimativo rendere esenti dal Green Pass certe categorie. Ad esempio: che differenza c’è tra un autobus e un aereo? O tra un disoccupato che entra al supermercato e un lavoratore che si reca a fare la spesa?

Così si contribuisce soltanto ad accrescere confusione e malumore, con il “lasciapassare” ormai elevato al rango di “usurpatore delle libertà personali”. Già, le libertà: quelle che, fino a pochi mesi fa, sognavamo di riassaporare affacciati al balcone di casa nostra ma che, ora più che mai, ci stanno letteralmente sfuggendo di mano. Mentre, là fuori, la battaglia continua i, come se quel passato d’austerità fosse più vivo che mai, come se invece che guardare avanti tornassimo indietro a piccoli passi.

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