venerdì, Novembre 22, 2024

I carabinieri della stazione di Poppi sequestrano fedeli riproduzioni di armi e un’arma storica

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Casentino – Al termine di una breve, mirata indagine, i Carabinieri della Compagnia di Bibbiena – Stazione di Poppi, hanno proceduto al sequestro di 5 pistole tra semiautomatiche e  “a tamburo”, a salve, prive del tappo rosso, fedeli riproduzioni di armi vere e un’arma storica, in relazione alla quale sono in corso ulteriori accertamenti.

Tutto nasce la mattina dello scorso 9 ottobre quando due uomini italiani litigano tra di loro per motivi di natura privata e, uno dei due, “fa fuoco” in direzione dell’altro allontanandosi immediatamente. Il malcapitato, spaventato, racconta il tutto ai Carabinieri i quali si pongono sulle tracce dello “sparatore”. Infatti lo stesso riferiva che al termine del litigio, pur non distinguendo un oggetto preciso e non riportando lesioni, verosimilmente era stato “sparato” un colpo di pistola verso di lui ed aveva udito il “botto” e visto la “fiammata” tipica. Immediata scattava la perquisizione per la ricerca di armi in casa del contendente. Venivano sequestrate 5 pistole come sopra anticipato, tra semiautomatiche e  “a tamburo” nonché munizionamento a salve.

Tutte prive del tappo rosso e fedeli riproduzioni di arme vere. Detenute in abitazione non hanno fatto scattare la denuncia per la violazione della normativa in materia di armi ma, di fatto, hanno aggravato il reato di violenza privata e minaccia per il quale uno dei due uomini è stato deferito in stato di libertà. Tutto il materiale è compatibile con la circostanza denunciata. A sua volta, nella stessa abitazione della vittima della minaccia e della violenza privata, nel corso di un’ulteriore perquisizione, i Carabinieri della Stazione di Poppi hanno rinvenuto un’arma, un lungo fucile “a schioppo”, verosimilmente risalente alla fine del 1800.

Sono in corso su quest’ultima ulteriori accertamenti sul piano del valore storico e di interesse per la stessa Arma dei Carabinieri. Sul fucile infatti è incisa una scritta nella quale si legge l’abbreviazione “CRE” seguita da un cognome, il che lascia presagire che l’arma, abbia costituito la dotazione di un Carabiniere di fine ‘800 del secolo scorso. La detenzione, senza alcuna denuncia, ha fatto scattare a carico del padre dell’uomo, un deferimento per violazione della normativa sulle armi.

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