domenica, Dicembre 22, 2024

Il documentario Rosso Casentino torna in Rai

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Il documentario, tutto girato nel Parco nazionale, all’interno di “Di là dal fiume e tra gli alberi”, “racconto dell’Italia dal Sud al Nord, attraverso itinerari poco battuti che svelano i profondi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese”, sarà riproposto a diffusione nazionale su RAI 5 domenica 13 agosto in prima serata – alle 21,15 – e mercoledì 16 agosto alle 14. Andrà anche in onda sempre mercoledi 16 – alle 15,50 – su RAI3.
 
Forse mai prima ci si era concentrati con altrettanta curiosità e passione, prima che sulla storia e la ricchezza ambientale, sulla variabilità culturale degli abitanti della riserva. Il “luogo” raccontato da Lucrezia Lo Bianco, regista e conduttrice, è vasto e multiforme e attraverso lo spazio (36.000 ettari) e il tempo del Parco.
 
Comprende un’area nella quale l’uomo ha sempre vissuto e lavorato ma, nonostante recenti fenomeni demografici in controtendenza, la sua popolazione è circa 1.500 persone. L’autrice è andata a cercare coloro che ci abitano da sempre, ma ha trovato anche molti che negli anni hanno deciso di lasciare la città e scelto di viverlo.
 
E le storie sono molte e si snodano, come i passi e i sentieri necessari ad attraversare l’area protetta appenninica: la famiglia Ulivi, di Ca’ di Noce (Corniolo); Antonio e Giulia, i ragazzi che hanno recuperato la tradizione della stampa a ruggine di Santa Sofia (Peromatto), il cormamusista Massimo Giuntini con atmosfere gotiche negli antichi castagneti di Camaldoli; Marzia, che ha ha deciso di vivere nella foresta ed occuparsi di ospitalità all’Imposto di Stia; Beppe Salieri di Galeata, finito coi figli e la compagna a gestire le Casine di San Godenzo; Lando Landi, che racconta il panno Casentino dal punto di vista di chi ha vissuto da operaio una grande esperienza industriale in vallata… Sarà un racconto corale al quale ha partecipato anche il gruppo della Casa del vento.
 
La sua “voce”, il maestro Luca Lanzi, è andato coi suoi alunni a Vallucciole, nel luogo simbolo delle stragi naziste. E poi il padre guardiano della Verna, Francesco Brasa; Casa Santicchio, sugli antichi transiti dei pellegrini; i ricercatori che studiano le “migrazioni” degli alberi in conseguenza dei cambiamenti climatici e la “comunità” musicale di Renate e Andreas, tedeschi del Doccione in Vallesanta… Insomma un grande, imperdibile, racconto corale che parla del rapporto inestricabile tra la ricchezza naturale e quella culturale.

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