sabato, Novembre 2, 2024

Il futuro torna in mano ai giovani: questa volta sarà davvero così?

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di Eleonora Francini 

“Molti oggi parlano dei giovani; ma non molti, ci pare, parlano ai giovani”.

(Papa Giovanni XXIII)

I giovani. Coloro che, insieme alle donne, risultano tra i più colpiti dalla crisi sociale ed economica causata dalla pandemia. Coloro che vorrebbero pensare al futuro e avere speranze, come dovrebbe accadere in quell’età. Coloro che vorrebbero semplicemente essere ascoltati e non, come negli ultimi anni si è spesso verificato, dimenticati. Se la sensazione di incertezza è cresciuta esponenzialmente in tutti noi in questi quasi due anni di pandemia, con la mente incapace di fare rispetto a prima progetti a medio-lungo termine, per i giovani italiani che stanno diventando grandi in mezzo alla crisi attuale il tema è davvero importante.

Il Covid, e tutto quello che ha arrecato con sé, ha stravolto completamente le vite di tutti noi. I numeri relativi alle vittime, alle terapie intensive e ai malati, i dati sul calo dell’occupazione e l’indice di povertà in costante aumento compongono solo una parte dello scenario quotidiano con cui ci troviamo a dover fare i conti.

Sia che l’attenzione si focalizzi sulla dimensione lavorativa o sull’istruzione, quello che di più sconcertante emerge è il ritratto di un’Italia che, negli ultimi anni, ha mostrato scarsa accortezza nel dedicarsi ai giovani. Lo dimostrano aspetti come la dispersione scolastica, lo scarso accesso all’università, il numero allarmante di ragazzi che non studiano e non lavorano ed il dato sulla disoccupazione giovanile che si attesta, ormai, al 30%.

E’ tempo di un netto cambio di rotta. Primo, perché un Paese che non scommette sui giovani è destinato a retrocedere. Secondo, perché la loro forza e la loro energia, largamente sottoutilizzata fino ad oggi, può rivelarsi il vero motore trainante per una ripartenza necessaria. Il contributo delle giovani generazioni, in questa fase, è infatti determinante, così come deve esserlo ogni azione della politica volta a mettere i ragazzi di oggi nella condizione di esser pronti ad operare nel mondo in continuo divenire che li attende.

Nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi si sono recati rispettivamente a Pisa, a Foggia e a Bari per parlare con i giovani e per ascoltarli. “Negli ultimi mesi, ogni volta che ho avuto occasione di incontrare dei giovani, sono rimasto colpito dal loro idealismo, dalle loro capacità, dalla loro dedizione – racconta Draghi incontrando la comunità dell’Its Cuccovillo di Bari -. Con tutti loro, con tutti voi, voglio prendere un impegno. Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del Governo”.

E’ questo il momento di scegliere quale futuro vogliamo per l’Italia. Proprio ora che la storia ci sta dando l’opportunità di riprogettare il Paese è fondamentale rimettere il futuro nelle mani di chi ne sarà protagonista. Ai posteri l’ardua sentenza di scoprire se alle parole seguiranno fatti concreti poiché delle cose, purtroppo, non sempre è sufficiente averne consapevolezza.

 

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