martedì, Novembre 5, 2024

In Val di Rabbi alla scoperta del Rifugio Dorigoni

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Affacciato sulla vallata di Rabbi, il rifugio Dorigoni si trova nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, in una conca naturale dove marmotte e camosci vivono in totale libertà.
A pochi passi, una serie di piccoli laghetti di origine glaciale punteggiano gli ampi avvallamenti creati dai pendii montani.
Negli ultimi anni abbiamo imparato, assieme alla mia famiglia, a conoscere la Val di Rabbi attraverso le splendide malghe e le tante attività ed esperienze che la caratterizzano
Ci mancava però l’itinerario più impegnativo, un’escursione adatta a chi è abituato a camminare e con un buon allenamento.
Sto parlando appunto dell’itinerario che conduce ad uno dei rifugi trentini più conosciuti: il Rifugio Dorigoni in Val Saént di proprietà della Società alpinisti tridentini posto a quota 2436 m s.l.m.
La Val Saènt è uno degli angoli più verdi ed incontaminati del Parco Nazionale dello Stelvio e di tutto il gruppo dell’Ortles-Cevedale.
E’ un paradiso naturale con boschi di larici e prati alpini.
Partendo dal parcheggio a Fonte Rabbi (1222 m.s.l.m.) passiamo nei pressi del Maso Colér e il ristorante Al Fontanin, e proseguendo per la strada forestale fino alla malga Stablasolo (1.540 m s.l.m.).
Durante la passeggiata abbiamo la possibilità di incontrare anche un divertente percorso a piedi nudi Barefoot.
Dopo la malga Stablasolo troviamo il bivio per le Cascate di Saènt.
Attraversando un ponte passiamo alla parte orientale della valle e salendo arriviamo al sentiero delle cascate, dove ci aspetta un continuo susseguirsi di queste bellissime meraviglie della natura.
Dopo aver raggiunto la prima cascata si sale lungo il ripido sentiero per raggiungere il celebre ponte di fronte alla seconda cascata, spumeggiante e decisamente spettacolare (1750 m.s.l.m.).
Attraversiamo il ponte e raggiungiamo in pochi minuti il Dos de la Cros (1796 m.s.l.m.).
Quindi seguendo il SAT106 ci dirigiamo attraverso una ripida salita verso il Prà di Saènt e la sua caratteristica malga.
Si continua ancora verso Malga Vecla, fino ad arrivare a un punto dove si costeggia il versante sinistro del torrente Rabbies.
Attraverso un falsopiano, dopo aver incontrato scorci ricchi di flora alpina e ambienti ideali per gli animali delle Alpi, si giunge infine al rifugio Dorigoni, posto a 2.437 metri d’altezza.
Il rifugio è stato inaugurato nel 1903 ed è stato dedicato a Silvio Dorigoni, uno dei primi presidenti della SAT.
Oggi il rifugio, dopo le recenti ristrutturazioni, si presenta come una bella costruzione realizzata con moderni concetti tecnologici nel rispetto dell’ambiente.
I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e l’italianità del Trentino.
I mezzi per perseguire tali scopi erano: la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, finanziamenti agli albergatori, organizzazione delle guide alpine, ascensione di cime e pubblicazione di scritti geografici e alpinistici.
Accoglienza, tradizione ed innovazione contraddistinguono il Rifugio Dorigoni che dispone di 75 posti letto, suddivisi in alcune nuove stanze multiple e un’ampia mansarda, tutte isolate e rivestite di legno di larice e dotate di comodi lettini in legno, confortevoli materassi e soffici piumoni.
Le nuove stanze sono state ai Sette Nani:
Mammolo (14 posti + soppalchino da 3)
Pisolo (8 posti + soppalchino da 2)
Dotto (10 posti + soppalchino da 2)
Cucciolo (10 posti + soppalchino da 2)
Gongolo (mansarda 18 posti)
Eolo (6 posti – in dependance)
Brontolo (! solo in emergenza!)

La cucina del Dorigoni, semplice, sana e curata, prepara quotidianamente piatti autentici della tradizione trentina: canederli di magro o allo speck, tagliatelle al ragu’ di cervo o al pesto d’ortica, minestra d’orzo e minestrone di verdura, polenta di Storo con formaggio fuso oppure con spezzatino e funghi, carne salada e fasoi, piatti di salumi locali e di formaggi nostrani delle nostre malghe e dei nostri caseifici.
Noi abbiamo assaggiato lo strudel con salsa vaniglia, un delizioso yogurt naturale con frutti di bosco ed un succo di mele biologico dissetante e buonissimo.
Il 93enne gestore mi ha raccontato che il fabbisogno energetico giornaliero del rifugio è coperto da energia idroelettrica prodotta attraverso una turbina che sfrutta la portata dei corsi d’acqua dell’Alta Val Saent e potenziata nel corso dell’estate 2020.
Completano il progetto d’insieme un attento sistema di potabilizzazione dell’acqua, la raccolta differenziata dei rifiuti e l’impianto di grigliatura dei reflui.
Il rientro avviene per lo stesso itinerario con possibilità di compiere un bellissimo giro ad anello che porta dapprima di nuovo alla Malga Stablasolo e poi al parcheggio Coler.
Piu’ avanti abbiamo effettuato una breve ma entusiasmante deviazione.
Si tratta di un percorso che permette di percorrere il ponte tibetano sospeso nel vuoto a 1.366 m s.l.m. sopra le cascate del Rio Ragaiolo.
Una passeggiata nella natura che offre una visuale inedita sulla valle e sul torrente che scorre sotto i propri piedi.
Percorrere il ponte sospeso è un’esperienza ricca di fascino e di adrenalina: camminare per più di 100 metri sospesi nel vuoto ad un’altezza che raggiunge circa 60 metri, da dove puoi ammirare uno spettacolo naturale davvero unico.
Emozioni e brividi per tutti: escursionisti esperti, giovani e famiglie.
E’ sufficiente imboccare il sentiero che porta a Malga Fratte per circa un chilometro per poi attraverso un sentiero a zig zag raggiungere all’altezza del ponte sopra il torrente Ragaiolo.
Siamo pronti per rientrare al parcheggio di Rabbi Fonti dopo circa 26 chilometri percorsi ed un dislivello di 1215 m in salita ed altrettanti in discesa.
Senza forzare il passo, godendosi il panorama e scattando molte foto, l’itinerario ha una durata di 8 ore di cammino.

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