domenica, Dicembre 22, 2024

La Fondazione GIMBE chiede a gran voce di ripristinare il report giornaliero Covid-19

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di Stefano Pezzola

La quarta dose di vaccino contro il Covid è stata fatta da quasi 4,3 milioni di persone, ovvero circa due su dieci tra quelle a cui sarebbe prioritariamente consigliata” scrive il Gimbe attraverso la stampa nazionale.

Il rapporto Covid-19 di sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale redatto settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità ed aggiornato al 26 ottobre 2022 segnala invece quanto segue:
Platea vaccinati con ciclo primario e dose aggiuntiva booster over 60 = 12.790.644
Vaccinati con quarta dose over 60 = 3.121.610 pari al 24,41%.
Vabbè, come spesso accade le istituzioni sanitarie nel nostro Paese non si parlano e forniscono dati differenti e spesso contraddittori.

Qualche mese fa il rapporto Gimbe giudicava invece “ingiustificabili” le differenze regionali per la copertura con quarte dosi degli immunocompromessi (dal 7,3% della Calabria al 100% del Piemonte) e degli altri fragili (dal 4,4% della Calabria al 30,5% del Piemonte) evidenziando che la campagna vaccinale rimaneva al palo: quasi 7 milioni di persone non sono vaccinate, di cui 2,87 non immunizzate ma guarite e temporaneamente protette e altre  4,6milioni senza la terza dose.
Veniva anche evidenziato che stavano precipitando le somministrazioni per la quarta dose di immunocompromessi (-19,3%) e altri fragili (-17,5%).
Sostanzialmente ferme le percentuali di chi aveva ricevuto almeno una dose di vaccino (88,1% della platea) e di chi aveva completato il ciclo vaccinale (86,6% della platea).

Oggi il Gimbe chiede a gran voce al Ministro della Salute di “ripristinare la pubblicazione quotidiana dati Covid-19“.
Impossibile garantire monitoraggio indipendente, numeri pandemia devono restare patrimonio comune” affermano nel comunicato in prima pagina sui quotidiani nazionale.
Sentimento condiviso anche da illustri giornalisti!

La Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) si definisce un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro che dal 1996 favorisce “la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche” e che, da quando è iniziata la pandemia causata dal Covid-19, fornisce una “tempestiva e costante informazione indipendente sull’emergenza” grazie al suo team che “analizza ogni giorno i dati della pandemia e della campagna vaccinale“.
Il virgolettato in corsivo non lo dichiaro certo io, ma è quanto viene riportato sul loro sito ufficiale.
https://www.gimbe.org

L’indipendenza della Fondazione però non sembra sussistere in quanto all’interno del loro stesso sito tra le “fonti di finanziamento” compaiono i nomi di alcune case farmaceutiche produttrici dei vaccini anti Covid: AstraZeneca, Pfizer e Janssen con cui Gimbe afferma di aver lavorato.
Oltre a ciò, la Fondazione offre servizi a pagamento ad enti sia privati che pubblici, tra i quali spiccano i corsi di formazione venduti ai principali enti sanitari nazionali e locali: l’Istituto superiore di sanità (ISS) e l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Non solo pertanto Gimbe non risulta concretamente indipendente, ma non pare neppure una “organizzazione senza scopo di lucro”.
Credo opportuno evidenziarlo poiché dall’inizio della vaccinazione di massa Covid-19 la fondazione Gimbe ha svolto il ruolo di amichevole supporto alle decisioni politiche in materia sanitaria da parte del governo.

Ed ancora oggi la fondazione Gimbe con Nino Cartabellotta a capo del Comitato Scientifico continua a proporsi come ente di monitoraggio indipendente.
Sul sito Gimbe afferma che la loro missione è “mettere la salute al centro di tutte le politiche, ottenere il massimo ritorno di salute dalle risorse investite in sanità“.

In oltre 18 mesi non uno studio scientifico pubblicato.
Nessun riferimento alle reazioni avverse.
Nessuna analisi quali-quantitativa dei farmaci mRNA contro il Covid-19.
Soltanto numeri sulle dosi di farmaci/vaccini inoculate.
Mi pare opportuno ricordare a Gimbe che questi farmaci/vaccini mRNA “non immunizzano e non è neppure ben chiaro per quanto tempo – comunque temporaneo – proteggano“; e questo ormai è letteratura scientifica reperibile su tutte le maggiori riviste scientifiche nonchè affermazioni pubbliche rilasciate dal Presidente Marketing Internazionale di Pfizer.

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